Marotta: “Sicilia fuori dal calcio che conta, a Brescia ci sono 5 volte le scuole calcio di Palermo”

Il presidente dell'Inter a Giardini Naxos per un convegno ha parlato delle proprietà straniere e dell'Isola del pallone

Il Presidente dell’Inter Beppe Marotta ha partecipato al convegno “Sport e sostenibilità: gli impianti futuribili per la didattica sportiva” che si è tenuto all’Hellenia Yacthing Hotel di Giardini Naxos. Il dirigente ha detto la sua sullo stato delle vicende calcistiche siciliane.

“Messina adesso è in categorie non consone al prestigio della città e della Sicilia – ha detto – l’auspicio è che riceva un supporto. Invito l’assessore Amata e la Regione affinché si dia un contributo, non economico, ma coinvolgendo una delegazione di imprenditori perché si possa riportare la squadra sui palcoscenici che merita. Non voglio fare denunce né identificare colpevoli, ma la Sicilia è oggi fuori dal mondo calcistico e sportivo che conta”.

“In Serie A – ha proseguito Marotta – vi sono attualmente solo due calciatori siciliani. Se parliamo di strutture, facendo un confronto tra Brescia e Palermo, vicine come numero di abitanti, a Brescia ci sono 5 volte le scuole calcio di Palermo, che sono poche. Non vi sono soltanto problemi strutturali, ma anche una carenza delle competenze, non tanto della passione, per far sì che si possa essere autorevoli punti di riferimento per i ragazzi. La Sicilia ha un patrimonio turistico, ambientale e culturale, sicuramente è tra le regioni più belle d’Italia e vorrei tanto che nello sport riuscisse a risalire la china”.

Nel calcio è finito il tempo dei personaggi alla Zamparini o gli imprenditori che mettevano mano al portafogli per alimentare la passione dei tifosi. “Prima c’era un certo mecenatismo nel calcio – ha spiegato Marotta – anche al Sud, mentre oggi di mecenati non ce ne sono più. Al Nord le squadre erano tutte rette da imprenditori locali che, per un debito di riconoscenza, prendevano a cuore le sorti delle squadre di calcio, vedi la Ignis a Varese, attiva anche in altri sport come il basket, il ciclismo o il pugilato. Oggi quel modello non esiste più, né in Sicilia né in Lombardia, né altrove. In Lombardia, su cinque club in A, uno solo ha proprietà italiana, il Monza, mentre quattro sono straniere, Inter, Milan, Atalanta e Como. In Sicilia, il Catania, seppur parzialmente con un italo-australiano al comando e il Palermo, invece totalmente, appartengono pure a proprietà straniere”.

 

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