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Palermo, Di Mariano: “Ne ho passate tante e ho vinto due campionati, servono pazienza e tanto lavoro”

Di Mariano
Francesco Di Mariano

L’attaccante, nipote di Totò Schillaci (“Ma sono responsabile di quello che faccio io, non perchè sono suo parente”), ha parlato dopo le due sconfitte di fila dei rosanero

“È il mio settimo anno di B, ne ho passate tante, ho vinto campionati e si passa da questi momenti difficili, siamo all’inizio. È un Palermo che sta crescendo, un Palermo con 14 giocatori nuovi che deve lavorare per creare identità e coesione. Ci vuole del tempo: non è una frase fatta, ma la verità”. Lo ha detto l’attaccante del Palermo Francesco Di Mariano dopo le due sconfitte consecutive subite in casa contro l’Ascoli e in trasferta contro la Reggina. Il giocatore è stato presentato a stampa e tifosi questa mattina allo stadio “Barbera”.

“Si deve lavorare sugli errori – ha continuato Di Mariano – questa è l’unica cosa che si può fare. Non si può pensare a quello che è successo in passato, ma reagire e guardare i lati positivi. Non vedo altra strada. Per cambiare le cose è il lavoro l’unica via: costruire e credere in quello che fai”.

Di Mariano, palermitano, nipote di Totò Schillaci aveva sfiorato la maglia rosanero solamente da bambino. “In passato anche altre volte sono stato accostato al Palermo – ha detto – avevo 13 anni e quello era il Palermo di Fredrick Massara e Walter Sabatini. Ero stato in prova un mese e mezzo con altri 40 ragazzini. A quella età però volevo solo giocare e divertirmi. Poi è arrivato il Lecce, ha chiuso la trattativa e sono andato via. Mio zio? Non l’ho vissuto molto, sono cresciuto nella sua scuola calcio, ma sono andato via da Palermo molto presto e lui era sempre fuori città. Ora sono nel Palermo, sono responsabile di quello che faccio io nel Palermo perché sono Francesco Di Mariano e non perché sono il nipote di Totò Schillaci”.

Di Mariano ha già debuttato in casa contro l’Ascoli, ma venerdì sera contro il Genoa dovrebbe giocare per la prima volta al “Barbera” dal primo minuto. “Debuttare in casa è stata un’emozione che non pensavo di vivere così intensamente – ha raccontato Di Mariano – quando sono entrato in campo, con la maglia del Palermo, io palermitano davanti alla mia gente ho provato qualcosa di incredibile. È stato molto bello. Essere un giocatore del Palermo per me è un onore. Il numero 10? Al giorno d’oggi la responsabilità non si deve sentire per il nome o il numero che porti sulle spalle, ma per il simbolo del club che porti davanti sulla maglia. Lo scudetto del Palermo è più importante di nome e numero. Chiunque indossi questa maglia, anche che venga da Bolzano e non sia palermitano come me, deve sentire il peso della casacca rosanero per la storia, la piazza e la gente. Tutti noi del Palermo abbiamo una grande responsabilità, non solo io”.

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