L’ex centrocampista della Sampdoria non sembra ancora aver trovato la giusta collocazione in campo. La sostituzione nell’intervallo contro il Benevento certifica il “disagio” tattico di Corini.
Con Verre in campo il Palermo ha sicuramente un’arma in più in fase offensiva. A testimoniarlo ci sono le tante giocate di qualità, gli assist (3) e i gol (2) di cui l’ex Samp si è reso protagonista da quando – a gennaio – è tornato ad indossare la maglia rosanero.
Di contro però, c’è che dal suo lato, spesso manca il filtro alla difesa e la retroguardia va in ambasce senza la necessaria protezione. Corini finora non ha voluto cambiare un sistema di gioco collaudato e che aveva permesso alla squadra di risalire dal penultimo al sesto posto. Sabato pomeriggio però, cambiandolo nell’intervallo, ha certificato le difficoltà della squadra a sostenere due punte più un centrocampista offensivo, schierato da interno di centrocampo. Difficoltà ammessa poi, candidamente, in conferenza stampa.
Cosa farà adesso Corini, in questo finale di stagione? Tenere fuori il giocatore più forte dell’organico (sempre che stia bene) sembra un assurdo. Eppure nel secondo tempo di Palermo-Benevento con Broh e Segre (corsa e muscoli) il rendimento complessivo della squadra è leggermente migliorato. Un’ipotesi sarebbe quella di passare al 3-4-1-2 per agevolare l’inserimento del centrocampista romano. Quindi sì Verre più due punte, ma con una coppia di mediani anziché un solo incontrista e due interni di spinta. Una scelta che verrebbe favorita anche dalla presumibile assenza di Saric, che si è fatto male col Benevento. Anche perché è inevitabile cominciare a pensare al futuro e Verre non è stato preso a titolo definitivo, ma in prestito con opzione per il riscatto. Opzione, appunto.