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Palermo, commemorate al Barbera le vittime del crollo del 1989

Fillea Cgil, Cgil Palermo, club rosanero, parenti delle vittime e amministrazione comunale hanno deposto una corona di fiori sotto la lapide che ricorda la morte di 5 operai

Una delegazione composta dalla Fillea Cgil Palermo, dalla Cgil Palermo e dai parenti delle vittime ha ricordato la strage di 34 anni fa allo stadio “Renzo Barbera”, in cui persero la vita 5 operai impegnati nei lavori di ristrutturazione in occasione dei mondiali di calcio di Italia 90, con la deposizione di una corona di fiori davanti alla lapide sul luogo dell’incidente.

Alla commemorazione ha partecipato per il Palermo Football club l’amministratore delegato Giovanni Gardini. Per la prima volta hanno partecipato Panormedil, l’ente scuola edili di Palermo, con il presidente Gaetano Scancarello e i rappresentanti lavoratori per la sicurezza territoriale di AssoRlst.

Il 30 agosto del 1989, il crollo della tribuna allora in costruzione per i mondiali di calcio del 1990 causò la morte di 5 operai, Antonino Cusimano, Serafino Tusa, Giovanni Carollo, Giuseppe Rosone e Gaetano Palmeri, che furono travolti e schiacciati da tonnellate di ferro e acciaio.

Oltre a depositare simbolicamente la corona di fiori accanto alla lapide all’ingresso dello stadio, a ricordare i tragici fatti di quel giorno e la morte di 5 operai tutti giovanissimi, tra i 23 ei 31 anni, Fillea e Cgil hanno fatto un punto con la società rosanero, per continuare il percorso di collaborazione iniziato un anno fa, che vide durante la partita Palermo-Genoa del 9 settembre la presenza di 150 edili allo stadio, con indosso la maglietta con il logo della campagna della Fillea Cgil #basta morti sul lavoro.

Oggi, come 34 anni fa, Fillea Cgil Palermo e Cgil Palermo tornano a puntare il dito sulle basse condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro e rilanciano la campagna.

“A confermare i nostri timori – dichiarano il segretario generale Fillea Cgil Palermo Piero Ceraulo e il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo – è la notizia dell’invio dei 29 ispettori dell’Inl, il cui numero risulta ancora poco incisivo rispetto alla mole di aziende che opera sul territorio siciliano e alle irregolarità a tappeto che dai primi controlli stanno iniziando ad emergere. Il governo regionale a questo punto esca allo scoperto e prenda una decisione chiara rispetto ai controlli nei luoghi di lavoro”.

Secondo l’ultimo bollettino Inail, tra gennaio e giugno 2023 si sono rilevate complessivamente in Italia 296.665 denunce di infortuni, il 22,40 per cento in meno rispetto al primo semestre 2022. Di questi, 252.675 riguardano infortuni avvenuti durante il lavoro (l’8,17 del totale) e 43.990 in itinere.

In Sicilia il numero di denunce nei primi sei mesi dell’anno è diminuito del 30,39 per cento. Un numero in calo in tutte le regioni.

Le denunce di infortunio con esito mortale sono state 450, a fronte delle 463 rilevate nell’analogo periodo del 2022. La diminuzione ha riguardato la sola componente femminile. Per la componente maschile il numero è in aumento: 416 casi a fronte dei 408 dell’anno prima.

Quest’anno la campagna #bastamortisullavoro sarà riproposta in una delle prossime partite del Palermo.

“L’anno scorso allo stadio la grande partecipazione della comunità edile palermitana ha avuto un grande risalto. I morti sul lavoro – aggiungono Ceraulo e Ridulfo – rappresentano un’emergenza drammatica e irrisolta e le condizioni di lavoro nei cantieri in cui operano gli edili palermitani restano insicure. Gli edili, unendo gioco e denuncia, intendono veicolare il messaggio che riguarda il lavoro in sicurezza, anche nei confronti delle giovani generazioni. Auspichiamo anche un coinvolgimento diretto della Lega Calcio, che ha già manifestato la sua sensibilità sul tema: ci piacerebbe che i i giocatori del Palermo possano indossare durante una delle partite la maglia elaborata per la campagna”.

“In questi anni -proseguono i due dirigenti sindacali – abbiamo ricevuto apprezzamento da parte dei familiari delle vittime, per aver nuovamente acceso i riflettori sulla strage allo stadio di Palermo. I fatti avvennero in un contesto storico e politico in cui la logica del profitto, a scapito delle norme di sicurezza, che incidono notevolmente sul piano economico, era dominante, precondizione del lavoro, e si combinò con l’esigenza di accelerare per garantire la fruizione dello stadio in vista dei campionati di Italia ’90, che si sarebbero svolti l’anno successivo. Un meccanismo che purtroppo non è mutato”.

 

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