A Como, lunedì ad ora di pranzo, non ci saranno rivoluzioni tattiche: il sistema di gioco sarà lo stesso che il tecnico ha adottato per quasi tutto il campionato.

A quattro giornate dalla fine, Corini non intende rimettere in discussione i principi tattici sui quali ha lavorato per quasi tutta la stagione. Dunque, nonostante le defaillance e i dubbi legati alle condizioni di Valente (a destra, di fatto, non ci sono alternative), il tecnico rosanero tira dritto per la sua strada: sarà ancora 3-5-2. Semmai, dovesse essere necessario, preferisce “snaturare” qualcuno ovvero adattare qualche giocatore in un ruolo non suo anziché stravolgere l’impianto di gioco.

Su questo aspetto, Corini è stato chiaro. Ma a voler leggere tra le righe di una conferenza stampa più appassionata del solito, c’è anche il tema Verre da sviscerare. Sulla qualità del giocatore non si discute. Corini però vuole di più: non tanto dal punto di vista tecnico – due gol e tre assist non sono pochi in neppure 4 mesi di campionato – ma anche per ciò che concerne le responsabilità. Corini vede in Verre il Modric del Palermo del futuro (non l’Izco a cui si sente più vicino per caratteristiche lo stesso Verre).

E questo paragone – fatto con le dovute proporzioni – non significa solo che Verre deve stare qualche metro più in qua o più in là, che deve coprire meglio e sacrificarsi di più in fase di non possesso: significa soprattutto che Corini vede in Verre un leader capace di prendere per mano la squadra e portarla lontano. L’allenatore rosanero pensa anche al prossimo anno. Queste 4 partite saranno utili a Corini non solo in chiave playoff, ma anche per fare valutazioni “decisive” su tutti quei giocatori che sono in prestito e sui quali il Palermo deve investire per programmare la risalita. E Verre è il più importante, in questa folta lista.