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Palermo-Venezia 1-1, due punti persi o un punto guadagnato? (VIDEO)

Fallita al ‘Barbera’ la terza vittoria consecutiva

Il Palermo perde l’occasione di inanellare la terza vittoria consecutiva. Lo fa con un gioco suicida, la difesa a 4 e nessuna spinta sulle fasce, una miriade di passaggi e passaggetti degni del peggior Tedino. Poi è vero, ci sono stati più tiri verso la porta avversaria ma poi riguardandoli veramente si possono considerare tiri visto che non c’è stata che solo qualche vera occasione limpida? Anche se bisogna ricordare le conclusioni  frutto di inziative o colpi ad effetto peronali di  Nestorovski ispiratissimo, con un paio di conclusioni parate da Vicario e poi tiracci, frutto di una squadra frenata dietro e senza Muravski a centrocampo senza cursori a spingere sulle fasce. Ed ancora non si vuole capire che dobbiamo giocare con il 3-4-3 ed a trazione anteriore, con tagli e lanci lunghi già dal portiere per saltare completamente in un colpo il centrocampo avversario, invece questo lo abbiamo visto solo nel forcing finale ed è superfluo dirvi che solo in quel momento finalmente il Palermo ha pareggiato, ma avrebbe potuto già farlo prima, solo che Haas liberato in area sul dischetto di rigore solo e davanti al portiere ha tirato il pallone fuori fallendo la più facile delle occasioni. Il Palermo è stato protagonista di un finale incisivo, ma dobbiamo anche dire che era entrato Muravski e la squadra quando poteva come un anticorpo eliminava Jajalo dalla costruzione del gioco e cosìha cominciato a macinare gioco con efficacia.

Detto questo, si spiega il perchè di un titolo apparentemente contraddittorio, con il rammarico per i due punti persi per non avere giocato con il 3-4-3,  senza passaggetti – a partire dal portiere che passava al compagno fuori area e poi passaggi al solito indietro o laterali -, quindi suicidio assicurato e come volevasi dimostrare come il peggior Tedino in undici a difendere, si fa per dire, in area. Non a caso arrivava il gol del vantaggio del Venezia, Segre segnava dopo un’ora di gioco e qualche istante dopo veniva espulso Trajkovski. Rosanero in 10 e gara che sembrava persa.

Poi cambio di rotta e tutti all’attacco, squadra in gol.  A due minuti dalla fine Struna segnava il gol che riacciuffava il Venezia e così al rammarico dei due punti persi bisognava onestamente aggiungere la certezza che senza quel finale arrembante ed il gol arrivato a partita quasi finita il Palermo avrebbe potuto perdere una gara tremenda anche dal punto di vista emotivo. Insomma, contro il Venezia è arrivato un punto guadagnato.
Orribile però questo turnover sopratutto se invece di togliere Jajalo a centrocampo togli Muravski e schieri la difesa a quattro con Salvi ed Aleesami che difensori non sono e messi lì non servono a nulla, visto che non spingono affatto.
Poi non me ne voglia nessuno ma un arbitro di Lecce proprio non ce lo dovevano mandare… non ci è sembrato un arbitraggio equilibrato e l’espulsione di Trajkovski  è sembrata esagerata.
Mentre in Tribuna Autorità il presidente del Venezia usava un atteggiamento provocatorio che costringeva i rappresentanti delle Forze dell’Ordine ad intervenire per mettere fine al suo comportamento certamente antisportivo e ci fermiamo qui.
Una partita da dimenticare. Speriamo possa trovare subito una risposta diversa così come  a Lecce e si torni martedì dalla trasferta di Carpi con una convincente vittoria. Parola d’ordine per vincere “tutti all’attacco”.

IL TABELLINO

Palermo-Venezia 1-1

Palermo (4-3-1-2): Brignoli; Bellusci (86′ Moreo), Struna, Fiordilino (66′ Falletti); Salvi, Jajalo, Haas (78′ Murawski), Aleesami; Trajkovski; Puscas, Nestorovski. Allenatore: Roberto Stellone.

Venezia (4-3-3): Vicario; Garofalo, Modolo, Domizzi, Bruscagin; Suciu (79′ Zennaro), Bentivoglio, Schiavone (57′ Segre); Di Mariano, Litteri (89′ Andelkovic), Falzerano. Allenatore: Walter Zenga.

Marcatori: 60′ Segre (V), 90′ Struna (P)

Note – ammoniti Salvi (P), Nestorovski (P), Litteri (V), Bellusci (P), Struna (P), Di Mariano (V), espulsi Trajkovski (P). Walter Zenga (V) allontanato dalla panchina

 

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