La Repubblica oggi in edicola svela parte delle aziende a cui la società di viale del Fante, tramite una mail inviata dall’a.d. Facile, ha chiesto un mese di tempo per saldare debiti che ammontano a circa 3 milioni di euro
“Un panificio, un rivenditore di pneumatici, un negozio di articoli sportivi, l’agenzia che cura l’amplificazione allo stadio, l’agenzia dei servizi di spicheraggio e di animazione, la ditta che ha in appalto la manutenzione degli ascensori dello stadio”: La Repubblica-Palermo oggi in edicola svela una parte dei destinatari della mail che il Palermo calcio ha inviato tre giorni fa a 115 tra fornitori e varie altre aziende al servizio del club rosanero.
“A questo proposito bisogna aprire una parentesi – scrive Massimo Norrito – perché ad alcuni creditori il Palermo ha pagato una piccola parte del suo debito con l’ultimo residuo di cassa”. In particolare, sono stati saldati parte dei debiti verso le ditte che si occupano del Renzo Barbera: la ditta di pulizie impegnata allo stadio, negli uffici e a Boccadifalco, quella che fornisce il gasolio per l’illuminazione delle torri faro, quella che cura il prefiltraggio: “Ecco perché il problema legato alla gara con il Foggia è stato risolto”, si legge.
Non ancora risolti “gli altri problemi economici che hanno spinto Facile a scrivere quella mail”: il Palermo avrebbe debiti con l’agenzia di viaggi che organizza le trasferte e la biglietteria aerea, “con l’azienda a cui fa riferimento quel bel pullman che negli anni scorsi si vedevamo girare per le autostrade del nord Italia e in Austria con tanto di logo personalizzato del Palermo. Ma anche, per restare in tema, il pullman che porta la squadra in aeroporto e nel ritiro cittadino”. E poi la Croce Rossa, alcune farmacie, un ospedale, l’azienda che produce macchinari per la riabilitazione, quella che fornisce l’attrezzatura a massaggiatori e fisioterapisti, quella che produce il ghiaccio.
“Tutta gente che avanza dal Palermo circa 3 milioni di euro e che adesso bisognerà vedere se accetterà la pax proposta da Facile nella sua mail oppure – conclude Norrito – passerà ai decreti ingiuntivi come quello che ha portato al pignoramento di 280 mila euro dei quai 600 mila incassati per il cartellino di Struna”.
