Il 13 marzo scadrà l’opzione di acquisto del club riservata alla famiglia Mirri; il giorno dopo la Cassazione si pronuncerà sul sequestro di 50 milioni; il 18 il termine ultimo per il pagamento degli stipendi. Per la società rosanero sarà un mese di fuoco
10 giorni che diranno molto, forse tutto, sul futuro prossimo del Palermo. Ad oggi la situazione in casa rosanero vede Dario Mirri, proprietario di Damir srl, che entro il 13 marzo può esercitare un’opzione di acquisto della società, per se stesso e per conto di altri acquirenti. E dopo poco meno di 24 ore la Cassazione si pronuncerà sul ricorso presentato dalla procura contro il rigetto dell’istanza di sequestro di 50 milioni. Il cerchio si chiude con un’altra data da segnare in rosso sul calendario, il 18 marzo, termine ultimo per saldare gli stipendi di gennaio e febbraio evitando una penalizzazione in classifica.
In questo quadro, “da fare tremare anche il tifoso più ottimista” – si legge su La Repubblica-Palermo oggi in edicola – si inserisce il gruppo italiano “che il presidente del Palermo Rino Foschi ha messo in contatto con Dario Mirri prima di raggiungere l’accordo e concedere l’opzione per la cessione del Palermo“. Si tratta di un consorzio che assumerebbe le funzioni di un fondo d’investimento e “che troverebbe una sua struttura legale per figurare come proprietario del Palermo”: è in questa cordata che, seppur indirettamente, troverebbe spazio il patron del Genoa Enrico Preziosi.
“Questa è la direzione principale in cui si continua a lavorare – si legge sul quotidiano – e che vede l’ex direttore generale del Palermo Rinaldo Sagramola incaricato dalla famiglia Mirri di svolgere il ruolo di advisor per accertare l’esatto stato delle cose fra i documenti contabili del Palermo”. Carte consegnate a Mirri ma prive ancora della certificazione dell’Agenzia delle entrate: “un documento di non poco conto visto che dalla reale posizione debitoria nei confronti del fisco dipende il via libera definitivo all’operazione”.
Per il presidente rosanero Rino Foschi è questa la strada principale, ma la “la sensazione è che il Palermo piaccia a molti, ma nessuno sia disposto a fare il passo decisivo”. Da York Capital Management, che pare aver virato sulla Sampdoria, passando per Tony Di Piazza, imprenditore italoamericano che ha mostrato interesse qualche giorno fa, fino a Vincenzo Macaione, dirigente della Management & Partners Srl, “che rappresenterebbe – si legge in conclusione – alcuni imprenditori siciliani e fondi speculativi interessati a muoversi solamente in caso di un’eventuale asta fallimentare”.