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Palermo, senti Jajalo: “Non oso neppure pensare ad un mancato ritorno in A”

Ospite della trasmissione “Casa Minutella”, il centrocampista bosniaco ha raccontato di sé, andando oltre il calcio: “Il mio futuro? Se andiamo in A mi piacerebbe rimanere”.

“Stiamo facendo una buona stagione e adesso manca poco – ha dichiarato Mato Jajalo nel corso dell’intervista rilasciata a Massimo Minutella -. Dobbiamo rimanere concentrati per centrare il nostro obiettivo. Non vogliamo neanche pensare all’ipotesi di un mancato ritorno nella massima serie. Sono da quattro anni a Palermo. Questa è casa nostra, noi viviamo qua e i nostri figli vanno a scuola. Parlano molto bene l’italiano, anche meglio di me forse, ma conoscono bene anche l’inglese. Tutti naturalmente tifano Palermo e io sono il più grande tifoso di questa squadra”.

“Il mio sogno nel cassetto? Vorrei vedere una grande festa e vedere la gente felice a Palermo dopo 3 anni un po’ difficili. Se andremo in Serie A comprerò una casa qui. Non penso di invecchiare qui ma quando andrò via, tornerò sicuramente anche per fare delle vacanze”.

“Dopo lo scoppio della guerra in Bosnia con la mia famiglia ci siamo trasferiti in Germania, dove sono cresciuto. I miei fratelli più grandi giocavano a calcio, i miei genitori lavoravano e mia madre disse loro di portare anche me, perché  non potevo restare da solo a casa. Avevo 2 anni quando siamo andati via dalla Bosnia, poi ho frequentato regolarmente la scuola. A 11 anni siamo tornati in Croazia”.

“Stellone ha sfruttato le qualità dell’organico, creando un gruppo importante. Da ora in poi tutte le partite saranno delle finali. Il Carpi nell’ultima partita non aveva niente da perdere e può capitare di soffrire questo genere di squadre. Non vedevo l’ora che finisse la partita perché anche mentalmente è stata molto impegnativa”.

“Sono consapevole del fatto che per il ruolo che ricopro in campo ho una grande responsabilità. Questo però è per me motivo di grande gioia, perché la nostra è una squadra forte. Mi piace vedere le azioni che confezionano in avanti giocatori come Falletti, Trajkovski, Nestorovski e Puscas ed è importante anche chi sta dietro e deve mantenere un certo tipo di equilibrio. In campo non sono un tipo che urla anche perché magari a qualche compagno può anche dare fastidio. Mi piacere spendere una parola di sostegno, quello sì”.

“Nello spogliatoio stiamo vivendo un bel momento. Sappiamo dove possiamo arrivare e la nostra forza. Abbiamo passato un periodo difficile perdendo il nostro equilibrio, anche per le tante voci che circolavano sulla società. Il fatto di essere tornati sulla strada giusta testimonia però la forza di questa squadra. Siamo una gruppo unito, siamo amici e ci diamo sempre una mano. Scherziamo tra di noi ma le cose dello spogliatoio restano nello spogliatoio”.

“Sono dell’idea che il sostegno dei tifosi non si deve chiedere perché deve essere qualcosa di spontaneo che viene dal cuore. Chiunque voglia venire allo stadio per starci vicino è il benvenuto. Il Barbera pieno ti da una grande carica. Penso alla finale contro il Frosinone o alla partita con il Brescia di quest’anno, 2 gare nelle quali il sostegno del pubblico ci ha dato una grande carica. Perdere una finale o subire un gol poi può capitare, ma senza dubbio in queste due partite il calore del pubblico è stato determinante”.

“Adesso penso solo ad andare in Serie A con il Palermo. Io spero che possa arrivare questa promozione e che la società, dopo aver risolto ogni problema, possa apprezzare il mio lavoro e chiedermi di rimanere. Se così fosse mi farebbe molto piacere”.

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