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Battere l’Ajax? Chiedi al Palermo come si fa. D’Este: “Indimenticabile”

Sull’ultimo numero del magazine della Lega di B, l’ex attaccante rosanero racconta come ha realizzato la storica tripletta ai lanceri di Amsterdam in una Favorita stracolma

Festa per la promozione dalla C2 alla C1. Pomeriggio del 19 maggio 1988, il Palermo ospita in amichevole l’Ajax. La squadra rosanero ha vinto il campionato e affronta gli olandesi, freschi finalisti in Coppa delle Coppe. A raccontare quel pomeriggio al magazine della Lega B (qui il numero integrale) è Maurizio D’Este, il giustiziere dei lanceri. Un attaccante che di gol non è che in carriera ne abbia segnati chissà quanti: 61 in 288 partite.

Il 19 maggio 1988 – racconta D’Este – è una giornata che non dimenticherò mai per tutta la vita. L’Ajax arrivò a Palermo con 6 o 7 nazionali olandesi in squadra e forse ci sottovalutarono un po’. Ma noi avevamo appena vinto il campionato ed eravamo quindi motivatissimi. Il pubblico, poi, ha fatto il resto. Il primo gol fu bellissimo: dopo appena 4 minuti, sul rinvio di Pappalardo, Di Carlo ha spizzato una palla di testa. Io mi sono infilato fra i difensori e di sinistro ho tirato sotto l’incrocio dei pali. Il secondo gol è nato da un’uscita avventurosa a metà campo del portiere Stanley Menzo che fece rimbalzare il pallone sulla mia schiena. Mi girai e calciai verso la porta ormai sguarnita. E il terzo gol fu una bella azione di Pocetta sulla destra: ci presentammo in due davanti al portiere, lui mi passò la palla e io misi dentro il terzo gol“.

Clamoroso a Palermo: Palermo-Ajax 3-0. Ma c’è ancora tempo per la quarta rete, realizzata da Pocetta.A fine partita ci furono grandi festeggiamenti – ricorda D’Este – con Caramanno portato in trionfo da tutti noi. A Palermo ho passato i due anni più belli della mia vita. Se tornassi indietro, giocherai solo con la maglia rosanero. Palermo è stata e sarà sempre la mia città. Amo Palermo e tutti i palermitani. Ogni calciatore dovrebbe giocare lì per almeno un anno nella sua carriera, per capire la bellezza di quella maglia e di quella città“.

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