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Palermo, Miccoli: “Non ho pace per le mie parole su Falcone”

L’ex capitano rosanero è intervenuto ai microfoni di Sportitalia nel corso del programma Labirinto ed è tornato a parlare del caso che gli ha fatto perdere alcune posizioni nel cuore dei tifosi

Fabrizio Miccoli, ex capitano del Palermo, ha rilasciato una lunga intervista a Sportitalia all’interno del programma Labirinto, trasmissione settimanale di approfondimento e inchiesta a cura di Piero Giannico. Miccoli è tornato sulla vicenda dell’intercettazione del 2013 nella quale, al telefono con il figlio del presunto boss mafioso Antonio Lauricella, definì Giovanni Falcone “fango”. Ecco la trascrizione dei passaggi riguardanti la vicenda Falcone secondo il resoconto fatto da Tuttomercatoweb.

L’unica cosa che non mi fa dare pace – dice Miccoli – e che va oltre il processo e mi auguro si risolva presto è quella intercettazione dove parlo di Falcone, è quella che non fa dormire. Ho dei figli e non penso una cosa del genere. Era un contesto, l’ho fatta mia visto che viene addebitata. Ho chiesto scusa. Sono 5 anni da quell’intercettazione che cerco di mettermi a disposizione per arrivare alla verità e quello non è il mio pensiero. Io ho cambiato vita, per quella cosa ho smesso di giocare. Ma se ci fosse la possibilità di dimostrare che la cosa che ho detto non la penso affatto sono pronto a dimostrarlo perché mi tormenta. All’epoca dei fatti ho provato a contattare la signora Maria Falcone, ho capito la situazione e ho capito il rifiuto da parte sua. Oggi a distanza di anni vorrei avere la possibilità di incontrare la signora Maria e mettermi a disposizione per dirle che quella cosa che ho detto non è ciò che penso e spero ci sia la possibilità di dimostrare la verità. Ho chiesto scusa, non cerco alibi“.

Poi Miccoli ha parlato della sua cittadinanza onoraria di Corleone poi revocata. “Prendo la cittadinanza onoraria di Corleone perché come ogni giovedì mattina e tramite il nostro sponsor di maglia Provincia di Palermo andavamo a parlare nelle scuole elementari – racconta Miccoli – E come capitano, stilavo delle tabelle, e decido di andare a parlare a Corleone. Nella scuola prometto che se nella partita contro la Juventus avessi segnato, avrei dedicato il gol a tutto il Paese. Così poi è stato, perché vincemmo a Torino e in diretta tv dedicai il gol a tutto il Paese di Corleone dicendo che mi aveva accolto benissimo, che si trattava di un Paese in crescita e dedicai la rete ai bambini della scuola elementare. Così è nata tutta la cittadinanza. Mi è stata revocata, all’epoca ci rimasi male, però con quello che è successo, a livello mediatico, è giusta la scelta“.

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