Un’altra settimana di allenamenti è volata via. Dal fischio finale della sfida contro il Cittadella ne sono passate due in cui i rosanero hanno provato a lasciare fuori da Boccadifalco l’extracalcio
Al “Tenente Onorato” si pensava che tutto potesse finire giovedì con quella, che se fosse stata confermata la sentenza di primo grado, sarebbe stata l’ultima seduta di allenamento prima del rompete le righe di fine stagione. E invece i giocatori si sono guadagnati il diritto di continuare a sperare ancora in una partita che però non sanno se giocheranno mai. Il direttore sportivo Rino Foschi ha radunato la squadra, ha parlato con i suoi giocatori e gli è bastato davvero poco per capire che la spina è ancora attaccata. Oggi e domani i rosanero usufruiranno di due giorni di riposo come da tabelle studiate dallo staff tecnico di alternanza fra lavoro e recupero, poi lunedì tutti di nuovo in campo almeno fino a mercoledì, giorno in cui si discuterà, salvo ulteriori clamorose sorprese, il ricorso in Corte federale d’appello.
Come durante il campionato, quando tutti i giocatori ripetono che «si pensa solo al campo e nelle due ore di allenamento resta tutto fuori dal terreno di gioco», capita lo stesso in questi giorni. Tutti si allenano con la massima concentrazione, lo staff prepara ogni seduta con la meticolosità di chi deve limare i dettagli per provare a vincere la partita che si deve giocare e tutto quello che ruota attorno al lavoro della squadra, dai magazzinieri allo staff medico, funziona come nella settimana tipo. L’unico problema è che non si sa se ci sarà mai una partita da disputare.
Certo, forse per Nestorovski, Trajkovski, Aleesami e Puscas che la settimana prossima raggiungeranno le rispettive nazionali è forse più facile continuare ad andare in campo per due ore di allenamento e mantenere alta la concentrazione. Fatto sta, però, che basta buttare un occhio dalla strada in cui i curiosi si appostano di solito per spiare gli allenamenti per capire quanto non ci sia differenza fra l’intensità del lavoro nella settimana che ha preceduto la partita contro il Cittadella e quello che fanno i giocatori in questi giorni.
Le abitudini dello staff tecnico, per esempio, non sono cambiate affatto. Rossi e i suoi collaboratori arrivano con largo anticipo rispetto alla convocazione della squadra. Sono i primi a entrare in campo con coni, cinesini, birilli e odometro, quella specie di bastone attaccato a una ruota che serve per misurare il campo e tracciare gli spazi per le esercitazioni. Ogni seduta è preparata per lavorare su un aspetto da curare in particolare dal punto di vista della tecnica individuale e collettiva e per tenere sulla corda atleticamente tutti i componenti della squadra: tutti pronti a giocare. Anche se ogni giorno che passa diventa sempre più un esercizio di grande ottimismo credere alla possibilità di disputare i play-off che anche per la Corte federale potrebbero essere annullati e ridisputati ridisegnando il calendario in caso di successo in appello.
Ieri la settimana di lavoro si è chiusa con una partitella nove contro nove, agguerrita come tutte quelle che si sono disputate durante la stagione con cene in palio o penitenze di altro genere per chi esce sconfitto dal campo. Il capitano Nestorovski ha celebrato la vittoria della sua squadra formata Pomini, Salvi, Ingegneri, Rajkovic, Mazzotta, Murawski, Haas e da un ragazzo del settore giovanile con una storia su Instagram con tanto di emoticon a forma di coppa. Nessuno ci sta a perdere. Tutti danno l’impressione di volere trasmettere la voglia di vincere anche agli avvocati che affronteranno mercoledì la sfida più importante. Come se tutti fossero pronti a giocarla quella partita, anche se la finalissima si giocherà senza pallone.
