Il giocatore che ha indossato la fascia di capitano dei rosanero, al di là delle vicende che hanno bruciato la sua reputazione fuori dal campo, resta uno dei migliori calciatori della storia del club

Fabrizio Miccoli, il capitano del Palermo dei record, miglior marcatore nella storia rosanero, ha parlato di sè durante un’intervista su Dazn in occasione del suo quarantesimo compleanno. A riproporre l’intervista “Zona Vostra” su Trm. Il testo è stato raccolto da ForzaPalermo.it.

“Palermo rappresenta tutto per me – dice Fabrizio Miccoli – una storia d’amore con gioie e dolori. Nella mia carriera avrei potuto vincere qualcosa di più, ma il mio obiettivo mio era quello di entrare nella storia di una società. Arrivato a Palermo a 26 anni l’obiettivo era quello: devo diventare la leggenda di questa squadra e alla fine penso di avercela fatta anche se forse qualcuno ha dimenticato. Record su record, l’obiettivo che avevo l’ho portato in porto”.

Tanti gli argomenti trattati, fra questi il rapporto con Maurizio Zamparini. “All’inizio è stato fondamentale per me – racconta Miccoli – era il presidente di una grande squadra perché noi eravamo davvero una grande squadra, chi veniva a giocare a Palermo se tornava a casa con un pareggio significava che gli era andata bene. Io ero il capitano quindi dovevo confrontarmi per forza di cose con lui per tante cose. Poi qualcosa è cambiato, ho le mie idee e i miei pensieri e li voglio tenere per me, ma tutto questo mi dispiace molto. Speranza Mondiali? Avevo fatto 20 gol, stavamo per andare in Champions ma mi sono fatto male alla penultima giornata con Lippi che doveva fare le convocazioni, ma penso che comunque il commissario tecnico non mi avrebbe chiamato per i Mondiali”.

DI gol Miccoli ne ha segnati tanti, ma “A livello di bellezza quello di Palermo-Chievo è stato forse il gol più bello in assoluto – ricorda – perchè feci gol al volo da più di quaranta metri, solo un pazzo poteva fare una cosa del genere e in quel periodo ero così. In realtà ne ho davvero tanti, anche il centesimo gol segnato in A nel derby contro il Catania merita il podio. Spero che quanto mi sta succedendo negli ultimi cinque anni si concluda nel miglior modo possibile. Sto pagando da cinque anni, mi pento ogni giorno e ho chiesto scusa più volte. Arrivi ad un punto in cui se qualcuno capisce le scuse e le accetta bene, altrimenti si deve andare avanti perché ho dei bambini e una famiglia da portare avanti“.