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Palermo, Notte dei Campioni: Orlando non va. Miccoli: “Perdonatemi”

Alle 20,30 la serata per festeggiare la nuova società caratterizzata dalle polemiche sulla presenza dell’ex capitano. I Rosa: “Noi sempre chiari e netti nel condannare la mafia e la malavita”

Ha accompagnato per mano la nascita del nuovo Palermo il sindaco Leoluca Orlando, presenziando anche al primo allenamento nel ritiro di Petralia Sottana e annunciando che ci sarà anche per il debutto in campionato in casa al “Barbera” l’8 settembre contro il San Tommaso. Ma questa sera per la Notte dei Campioni, prima assoluta del nuovo Palermo sul prato del “Barbera” il sindaco di Palermo ha fatto sapere che non sarà presente. La decisione sarebbe da collegare alla presenza in campo dell’ex capitano del Palermo Fabrizio Miccoli, condannato in primo grado a tre anni e sei mesi per estorsione aggravata dal metodo mafioso, protagonista di parole irripetibili pronunciate contro Giovanni Falcone e ascoltate dalla Dia nell’ambito delle indagini sul boss della Kalsa, allora latitante, Antonino Lauricella e ripreso dalle telecamere dei Ros mentre era insieme con Francesco Guttadauro, nipote del superlatitante Matteo Messina Denaro, nell’ambito delle ricerche ai favoreggiatori del capo della mafia.

L’invito recapitato a Fabrizio Miccoli per la partita di questa sera ha fatto discutere sin da subito. I tifosi si sono spaccati fra quelli che non hanno perdonato l’ex capitano e hanno scelto di non andare allo stadio e chi ha deciso di perdonarlo sottolineando il fatto che ha più volte chiesto scusa, anche se Maria Falcone non le ha mai accettate. Proprio la sorella del giudice ucciso dalla mafia aveva scelto il silenzio nei giorni scorsi sulla vicenda, salvo poi decidere di entrare nel merito dell’invito diramato dal Palermo dopo avere letto la dichiarazione di Dario Mirri intervistato da Repubblica (“l’ho invitato solo a una partita di calcio, altre valutazioni non spettano a me, ma alla magistratura“).

Sono stata molto orgogliosa – ha detto Maria Falcone – della reazione di tanti cittadini che, evidentemente, non hanno dimenticato le parole offensive che l’ex giocatore pronunciò nei confronti di Giovanni Falcone. Oggi, però, mi rattrista leggere le dichiarazioni del presidente del Palermo Dario Mirri. Sostenere che lo sport, il pallone, non c’entri nulla con certi temi è un errore, soprattutto se viene da un palermitano che dovrebbe sapere cosa la mafia e la mentalità mafiosa abbiano rappresentato e rappresentino per questa città e quanto certe scelte nella nostra terra possano essere lette come segnali. Mirri dice che lui si occupa di pallone e che lascia i giudizi alla magistratura. Voglio ricordargli che la magistratura si è occupata di Miccoli, che è stato infatti condannato per i reati commessi. Ma oltre al profilo penale, che certamente spetta ai giudici valutare, esistono questioni come la morale che dovrebbero riguardare tutti i cittadini, imprenditori compresi“.

Dario Mirri non è intervenuto in prima persona, ma ha affidato a un comunicato del club la replica alle parole di Maria Falcone. “Il Palermo è chiaro e netto nel condannare la mafia e la malavita – scrive il club in una nota – nonché il mancato rispetto della legalità in genere, quale che esso sia e in qualsivoglia forma si presenti. Le condotte di Miccoli per quanto caratterizzate da postume scuse o non ancora soggette a condanna definitiva fanno parte di una cultura che, non solo non è della realtà del nuovo Palermo, ma sono da questa società e da tutti coloro che la rappresentano e vi operano nettamente combattute, avversate e contrastate“. Per la società rosanero che la presenza di Miccoli tra le vecchie glorie “è solo una scelta dovuta al rispetto della storia calcistica della città, scelta lungamente dibattuta all’interno della società e presa nel timore che, la decisione opposta, avrebbe significato falsare una verità storica sportiva (che di questo e di niente altro si tratta). Nessun dubbio e nessuna ambiguità possono esserci sulla vicenda“.

Miccoli è il giocatore che ha segnato più gol di tutti con la maglia del Palermo, il miglior marcatore in Serie A con i rosanero e quello che ha giocato più partite nella storia del Palermo in A con 165 presenze. Ma è anche attualmente sotto processo a Palermo per estorsione aggravata dal metodo mafioso: il sostituto procuratore Ettore Costanza ha chiesto anche in appello la conferma della condanna a tre anni e sei mesi di reclusione. Il processo riprenderà il 2 ottobre con l’arringa difensiva dell’avvocato Giovanni Castronovo.

Mi spiace – è la posizione di Miccoli – avere creato una polemica sulla mia partecipazione. È un evento sportivo al quale io partecipo e avrei partecipato come uomo di sport che, credo, ha in qualche modo contribuito, insieme agli altri presenti e no, ai risultati e successi del Palermo. Riguardo i miei errori, per i quali sono pronto a pagare il conto che la giustizia, eventualmente, riterrà di dovermi presentare, mi auguro ci sia ancora spazio, tra di noi e nella nostra società, per il perdono. Un perdono, e non una giustificazione, dunque, che ho chiesto e che chiedo ancora, nella speranza di poter essere riabilitato davanti agli occhi di tutti gli sportivi. Indietro non posso tornare. Chiedo ancora scusa“.

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