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Palermo, giudice sportivo: un turno a Lancini. Acireale, che stangata

I provvedimenti relativi alle partite dell’ultimo turno del campionato di Serie D. Confermata la squalifica per il difensore rosanero. Mano pesante su Ndiaye. Ma gli acesi protestano

Il Giudice Sportivo della Serie D ha squalificato nove giocatori in vista della tredicesima giornata di campionato. Salteranno Palermo–Acr Messina il rosanero Lancini e il giallorosso Fragapane, fermati entrambi per un turno. Stangata per Ndiaye dell’Acireale che per avere strattonato l’arbitro nell’intervallo ha rimediato sei giornate “Per avere – si legge sul comunicato del giudice sportivo – nel corso dell’intervallo, raggiunto il direttore di gara e con fare violento gli strattonava per due volte la divisa ponendogli entrambe le mani sul petto mentre gli rivolgeva espressioni offensive”.

L’Acireale però protesta e su Facebook preannuncia reclamo raccontando la sua versione dei fatti in un post che inizia in modo duro e violento: “Sporco negro di merda”. La frase vi impressiona? A noi si, fa ribrezzo – si legge sul porfilo dell’Acireale – Siamo stati in silenzio, abbiamo raccolto gli errori arbitrali subiti settimanalmente senza polemica, consapevoli che fanno parte del gioco del calcio. Quello che è successo domenica, contornato dalla beffa del comunicato ufficiale odierno relativo alle decisioni del giudice sportivo, ci impone di riportare alla luce quanto accaduto per tutelare i diritti di una società che fa della correttezza uno stile non solo di gioco ma di vita:
– il tesserato dell’Acireale Calcio Ndiaye Mbaba viene ripetutamente aggredito verbalmente con epiteti razzisti da un avversario che culminano con una gomitata in volto a palla lontana. Quando il suddetto giocatore si rivolge all’arbitro viene ammonito per proteste. Di fronte allo spogliatoio Ndyaie perde la calma e spintona l’avversario, cartellino rosso.
La terna arbitrale sembra non aver sentito nulla; ma alla richiesta di chiarimenti successivi al triplice fischio, il direttore di gara risponde ammettendone le colpe, giustificandosi con la mancata comunicazione tempestiva dell’assistente.
Questa sentenza, quindi, ci appare assurda e incoerente.
Per dovere di cronaca, si registrano altresì le scuse in conferenza stampa della Dirigenza della società sportiva Licata Calcio. Di fronte questa ammissione di colpa non abbiamo avuto dubbi: avremmo avuto giustizia. Invece…
Quanto accaduto sfora la sfera sportiva e incide su quella sociale, un fatto ritenuto gravemente lesivo sul piano umano.
Agiremo in ricorso perché giustizia sia fatta; per noi è fondamentale promuovere il calcio come contenitore di sani valori. NO AL RAZZISMO ! ??‍♂️??‍♂️?‍♂️“.

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