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Palermo, il bomber è tornato. Ricciardo si riprende i rosanero

L’attaccante con il gol al Castrovillari ha centrato la nona rete in campionato e ha regalato il titolo di campione d’inverno alla sua squadra. Ogni sua marcatura è garanzia di successo

Il bomber è tornato. Giovanni Ricciardo si è ripreso il Palermo come meglio non poteva fare: gol decisivo e ruggito sotto la curva dei tifosi rosanero arrivati a Castrovillari. E per completare l’opera ha dedicato la rete a se stesso, al capitano infortunato Mario Alberto Santana e agli stessi tifosi rosanero “quelli veri – dice l’attaccante – che ogni volta percorrono chilometri per venirci a vedere e ci sostengono nel bene e nel male”.

I sassolini da togliersi dagli scarpini chiodati sono tanti per Ricciardo e per chi avesse ancora qualche dubbio sulla sua voglia di rivalsa dopo il periodo negativo, l’attaccante ha tolto ogni possibile ambiguità sul tema a mezzo social: “Comunque vada, sempre per la mia strada”, ha scritto sul suo profilo Instagram a corredo della foto in cui si arrampica sulla ringhiera della gradinata che a Castrovillari ospitava i tifosi rosanero.

Hai voglia a dire che la mancanza di gol non è un problema per un attaccante, Ricciardo aveva già detto alla vigilia della partita con il Castrovillari che aveva voglia di tornare a essere protagonista. Le ultime tre partite di fila prima di quella in Calabria le aveva iniziate dalla panchina e nonostante il suo allenatore Rosario Pergolizzi gli avesse spiegato il perché delle esclusioni, le scelte iniziavano a pesare anche per un giocatore senza eccessi come lui che non pubblica, non legge e non accetta richieste di amicizia sui social da chi non conosce. “Mi sento parte importante di questo progetto – ha detto Ricciardo la settimana scorsa – e fino ad ora nel cammino di questa squadra sono stato importante”.

Cinque partite senza gol ormai erano diventate troppe e le prime critiche sul suo conto stavano già iniziando a montare fra chi sostiene che non è un attaccante decisivo e chi invece dice che da solo non può reggere per tutto il campionato. Lui, invece, da una parte è consapevole che è lo stesso bomber che ha segnato venti gol l’anno scorso con la maglia del Cesena e soprattutto lo stesso giocatore che negli ultimi campionati non è mai sceso sotto le venti presenze, dall’altra iniziava a mettersi in discussione. “Colpa mia – diceva – quando un attaccante non segna non sta bene e a me fa molto male”. Il rischio di arrotolarsi su se stesso più a livello di autoconvinzione che fisico stava diventando alto. Con il calcio di rigore trasformato alla mezzora del primo tempo della partita di Castrovillari, Ricciardo invece di colpo ha ritrovato tutte le sue sicurezze e ha cancellato critiche e detrattori.

E anche la statistica gli dà una mano. Su sedici giornate di campionato, alla vigilia dell’ultima giornata del girone d’andata, ha già messo a segno nove gol, pienamente in linea con le venti realizzate nella stagione scorsa. “Non facevo gol da troppo tempo – le parole del bomber dopo Castrovillari – e ammetto che mi mancava tantissimo. Vincere questa partita era fondamentale in una parte di stagione cruciale, un momento in cui abbiamo sofferto diversi infortuni in particolar modo quello del nostro capitano Santana. Questa partita era una dei pochi crocevia che ci sono in un campionato e che ti permettono di raggiungere l’obiettivo”.

Già, perché l’altro aspetto fondamentale del ritorno al gol di Ricciardo è che è arrivato in un momento decisivo della stagione rosanero. Nel suo periodo di astinenza il Palermo su quindici punti a disposizione ne aveva raccolti sette, mentre ogni volta che Ricciardo ve in rete è garanzia di vittoria. Era successo in occasione della doppietta con il San Tommaso, con il Marina di Ragusa, con la doppietta rifilata alla Cittanovese e con i gol contro Biancavilla e Corigliano prima della rete realizzata domenica.

E chissà quanto pesava il pallone del rigore che ha trasformato Ricciardo. Il capocannoniere del Palermo in questa stagione si è presentato dagli undici metri quattro volte, la prima a Marsala ha sbagliato, la seconda e la terza contro Cittanovese e Corigliano ha segnato, ma con il risultato già acquisito e in un periodo in cui il Palermo vinceva ogni partita fino a realizzare la striscia di dieci vittorie di fila. Domenica la situazione non era proprio delle più serene: partita bloccata, digiuno da cinque giornate e squadra reduce dalla sconfitta nel derby contro l’Acireale. Ricciardo è andato sul dischetto e ha tirato con il collo del piede, basso e centrale, con il pallone che si è insaccato mentre il portiere Aiolfi si tuffava alla sua destra. “Non importa se il modo in cui ho calciato il rigore – dice Ricciardo – sia stato rischioso o meno, in questi casi conta la concretezza”.

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