Il giocatore ha raccontato di sè nel corso di un’intervista alla “Gazzetta dello Sport” parlando dei suoi idoli, del ruolo in cui preferisce giocare e del suo arrivo in rosanero
“Ho giocato anche davanti alla difesa e da mezzala. Il primo anno in Primavera c’era molta qualità a metà campo e l’allenatore ha deciso di impiegarmi come difensore centrale col compito di impostare l’azione. Negli ultimi due anni in questo ruolo ho reso bene ed è diventato quello definitivo”. Parola di ManuelPeretti che in un’intervista alla Gazzetta dello Sport ha raccontato dei suoi idoli, del modo di giocare, dei punti di riferimento e del suo arrivo alPalermo.
“Il difensore moderno – dice Peretti – deve essere capace a far partire l’azione, ma in Italia deve essere più bravo a difendere, la differenza la fa il reparto arretrato. Basta vedere le grandi squadre: non prendono gol e possono vincere pure di misura. Giocando a centrocampo ero pazzo di Busquets, da quando sono difensore provo a ispirarmi a Piqué. Dovevo fare il fuori quota in Primavera a Verona. Poi sono cambiati i regolamenti e ho pensato che era meglio andare a fare esperienza. È arrivata la chiamata del Palermo, è l’occasione della mia vita. In un club così, se hai le caratteristiche giuste e la società ti ritiene valido in ottica futura, si può fare il cammino insieme verso le serie più importanti. Qui mi trovo molto bene, devo ringraziare il Verona per i dieci anni trascorsi lì, ma credo che Palermo sia la mia dimensione”.