Dopo il crac del vecchio club proseguono le indagini per accertare le responsabilità. L’ipotesi è che i fratelli protagonisti dell’ultimo atto di vita della società rosa abbiano bruciato 20 milioni di euro
Dopo il nuovo rinvio a giudizio per l’ex patron del Palermo Maurizio Zamparini per il crac dell’Us Città di Palermo, continuano le indagini sulle responsabilità per la fine del club rosanero. Nel mirino della Guardia di finanza ci sono i fratelli Salvatore e Walter Tuttolomondo, protagonisti dell’ultimo atto di vita del vecchio Palermo.
La Guardia di finanza, su mandato della procura, sta ponendo l’attenzione sugli ultimi mesi della vecchia società, ovvero sul periodo in cui la proprietà era passata alla Arkus dei fratelli Tuttolomondo soprattutto alla luce della relazione presentata dai periti nominati dal tribunale fallimentare in cui si ipotizza che gli ultimi proprietari del Palermo abbiano dissipato un capitale di oltre 20 milioni non iscrivendo la squadra al campionato di serie B.