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Palermo, obiettivo “Barbera” senza barriere entro giugno

L’auspicio del presidente rosanero Dario Mirri è quello di avviare l’iter a breve e terminare i lavori prima della fine della stagione. “Abbiamo riscontrato intenzioni positive dall’amministrazione”

Non solo un auspicio. Dietro il post del Palermo sulla sua pagina Facebook in cui la società rosanero ha rilanciato l’idea dello stadio “Barbera” senza barriere, ci sono già stati i primi passi formali per rimuovere le grandi vetrate che separano gli spalti dal campo. “Per seminare appartenenza e costruire insieme un futuro migliore per il calcio a Palermo – aveva scritto il club in un passaggio del post – abbatteremo con il benestare di Comune e autorità competenti quelle barriere che materialmente e simbolicamente separano i bambini dai giocatori e il tifo più sano della nostra città dalla nostra squadra”.

Nei giorni scorsi si è formato un tavolo tecnico in questura fra il Palermo, il sindaco Leoluca Orlando e i rappresentanti del Gos, il gruppo operativo di sicurezza che nel giorno della partita assume la funzione di centro per la gestione della sicurezza dell’evento e che è formato da un funzionario dei vigili del fuoco, del servizio sanitario e della polizia municipale. Dall’incontro è emersa la disponibilità ad affrontare la questione anche se sono stati evidenziati alcuni aspetti che potrebbero far nascere delle criticità sull’attuazione del progetto. Su tutti quello che, trattandosi di modifiche strutturali dell’impianto, le dovrà fare il proprietario e quindi il comune. Discorso diverso, invece, se andasse in porto l’altro progetto del Palermo, vale a dire quello di ottenere il diritto di superficie dell’area del “Barbera” per diventare proprietario dell’impianto e ammodernarlo secondo le esigenze del club. In questo momento, però, per arrivare alla rimozione delle barriere secondo le prescrizioni della questura occorrono oltre ai passaggi formali anche degli adeguamenti tecnologici come il rafforzamento della videosorveglianza. Interventi che dovrebbe fare il comune attraverso la Sispi, la società che si occupa di sistemi informatici, e il Coime, il Coordinamento interventi di manutenzione edile che materialmente dovrebbe rimuovere le barriere o effettuare gli adeguamenti attraverso gli operai comunali. “Il Palermo in questa fase – dice il presidente Dario Mirri – non può che essere il promotore dell’iniziativa visto che non è in alcun modo proprietario dello stadio. Se il comune levasse le barriere noi avremmo già una bella responsabilità visto che le multe comminate dal giudice sportivo per eventuali intemperanze le pagheremmo noi”.

Per il presidente del Palermo il progetto del “Barbera” senza barriere rientra fra le motivazioni che lo hanno spinto a prendere il titolo sportivo del club. “La vedo come una missione – dice Mirri – la rimozione delle barriere gioverebbe alla città, ai tifosi e anche alla squadra. Sarebbe un passo avanti per la cultura sportiva dei tifosi e della gente in generale. L’ideale per un impianto moderno come quello che abbiamo in mente è creare le condizioni per avere le famiglie sugli spalti“.

Il “Barbera” senza barriere si trasformerebbe in uno stadio all’inglese. “Gli spettatori si sentirebbero direttamente protagonisti dell’evento – immagina Mirri – i tifosi seduti in prima fila avrebbero i giocatori a un passo e il fatto che non c’è il fossato renderebbe lo stadio davvero simile a quelli della Premier. Il comune è sembrato disponibile ad affiancarci in questa battaglia culturale che vogliamo intestarci. Speriamo che dalle parole si possa passare ai fatti. Vogliamo essere promotori di una forte sensibilizzazione verso una nuova cultura sportiva e un nuovo modo di vedere le partite”. L’obiettivo del Palermo è togliere le barriere il più presto possibile. “Il massimo sarebbe farlo entro questa stagione – dice Mirri – il pubblico è una componente fondamentale di questa nostra esperienza alla guida del club: già adesso chi viene allo stadio si accorge che si respira un’aria diversa, soprattutto rispetto alla scorsa stagione in cui c’erano polemiche e veleni. Togliere le barriere darebbe il senso dell’accoglienza e la città di Palermo su questo tema è sempre stata sensibile”.

 

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