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Balzaretti punta sul nuovo Palermo: “Mi piace il progetto e gli uomini che lo portano avanti”

L’ex terzino sinistro rosanero, che ha indossato anche le maglie della Roma e della Nazionale, ha parlato di Mirri, Castagnini e Sagramola, ma anche dei tifosi e dell’era Zamparini

“Se mi convince la scelta della nuova proprietà di puntare sui valori di territorialità e senso di appartenenza al club? Senza dubbio, io ho avuto il piacere di conoscere il presidente Mirri quando ha giocato la Nazionale a Palermo. E conosco bene anche Sagramola e Castagnini: il primo era il direttore generale durante la mia esperienza in rosanero, mentre con Renzo, in passato, durante il suo mandato dirigenziale nel Brescia, abbiamo stretto proficue collaborazioni valorizzando tra le fila delle rondinelle diversi talenti di proprietà della Roma”. L’ex terzino sinistro del Palermo, della Roma e della Nazionale Federico Balzaretti è stato intervistato da Mediagol e ha toccato diversi argomenti fra i quali la nuova classe dirigente dei rosanero. Fra i temi affrontati anche il suo vecchio Palermo.

Era importante dare un’identità forte al club – continua Balzaretti – una parola che non si usa spesso ma che è fondamentale. Il fatto che il club appartenga alla gente, che il calcio rimanga uno sport popolare e la scelta da parte della nuova proprietà di legare la società al territorio, al concetto di sicilianità è un fattore importante ed imprescindibile, alla base non solo di questa stagione, ma per il futuro prossimo del Palermo. Quando c’è unità di intenti e di propositi tra tutte le componenti si crea legame e identità. Il coraggio di proporre qualcosa di nuovo viene apprezzato e percepito dalla gente. Ripartire dal dilettantismo non è piacevole, ma a volte azzerare tutto è necessario per ripartire da basi più solide. E’ chiaro che tutti avremmo voluto vedere il Palermo in Serie A, un Palermo ai vertici, ma la città di Palermo è straordinaria e si è rimboccata le maniche per ripartire con un progetto nuovo che sta iniziando a dare i propri frutti, con una squadra prima in classifica e con un certo margine di vantaggio. Bisogna avere pazienza e fiducia nella società perché fare calcio non è mai facile, ma alla base di tutto ci deve essere chiarezza, passione, trasparenza ed un rapporto leale con la piazza. E mi sembra che tutte queste componenti ci siano per fare un bel percorso”.

A proposito del suo Palermo, quello di Maurizio Zamparini, Balzaretti, ha spiegato che gli è dispiaiuto assistere all’epilogo di quella società. “Mi è dispiaciuto tanto  – spiega – perché io ho avuto la fortuna di vivere da protagonista l’apice della gestione del patron friulano, iniziato molto bene con la promozione in massima serie, puntando su giocatori straordinari. Il gruppo con cui ho condiviso la mia esperienza in rosanero ha raggiunto il livello più alto sia come qualità di calciatori, sia come prestigio di risultati perché disputammo una finale di Coppa Italia contro l’Inter e sfiorammo, fallendo appena per un punto, la qualificazione alla Champions League. Nel vedere il Palermo fuori dai quadri del calcio professionistico il mio dispiacere è soprattutto nei confronti della gente, perché Palermo è sempre stata una città esemplare sotto tutti i punti di vista; non c’è un giocatore che a Palermo si sia trovato male. E’ chiaro che la gestione degli ultimi anni targati Zamparini non è stata felice e si poteva sicuramente chiudere in mondo più dignitoso”.

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