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Palermo, Floriano e le triplette: ne segna una ogni dieci anni ma è sempre decisivo

L’attaccante rosanero ha realizzato il suo secondo tris in carriera dopo quello del 2010 con la maglia della Colognese. Quella volta davanti a 300 spettatori, domenica davanti a 15 mila del Barbera

Il modo migliore per festeggiare una tripletta? Segnarne un’altra a dieci anni esatti dalla prima. Roberto Floriano non è una prima punta, non segna gol a grappoli, ma di solito si occupa di farli fare. E anche nel giorno in cui ha realizzato tre gol nella vittoria per 4-0 contro il Nola, non ha perso l’occasione per servire un assist, e che assist, a Mattia Felici: un pallonetto a scavalcare la linea difensiva e mettere il compagno in condizione di superare, anche lui in pallonetto, il portiere avversario. Poi Floriano si è scatenato: gol su respinta, gol di prepotenza e gol con un tiro a giro all’incrocio dei pali. Il tutto con un’esultanza particolare, perché oltre il gesto del binocolo che accompagna i suoi gol, Floriano ha tirato fuori tutta la rabbia che aveva in corpo.

È la mia seconda tripletta in carriera – ha detto Floriano nel post partita del “Barbera” – ho esultato in quel modo perché avevo sprecato tantissime occasioni. Diciamo però che poi ho avuto modo di rifarmi. Ho superato qualche problema fisico e adesso finalmente sto bene”.

Era il 28 febbraio del 2010, Floriano indossava la maglia gialloverde della Colognese nel campionato di serie D. Davanti a trecento spettatori la squadra di casa era impegnata contro l’Olginatese: pronti, via e l’attaccante festeggiava già il primo gol al decimo minuto, poi al terzo e al sesto del secondo tempo ecco seconda e terza rete e pallone portato a casa con le firme dei compagni di squadra. Esattamente come è successo dieci anni dopo al “Barbera” contro il Nola con la stessa distribuzione di gol fra primo e secondo tempo: un rete nei primi quarantacinque minuti, due nella seconda parte della partita. L’unica differenza è che, dieci anni dopo, gli spettatori che hanno assistito all’impresa si sono moltiplicati esponenzialmente. Dai 300 di Cologno ai 14.653 di Palermo.

In otto partite con la maglia rosanero sulle spalle ha già realizzato sei gol, ma non chiedetegli se vuole mettere nel mirino il capocannoniere della squadra Ricciardo fermo a quota nove. Floriano vi risponderà che non è compito suo guidare l’attacco del Palermo, ma che ci sono Ricciardo, Sforzini e Lucca per questo. “Penso solo a vincere le partite che restano in calendario con i miei compagni – ha aggiunto il bomber di giornata – e a chiudere il discorso promozione il prima possibile”.

Per Floriano quella con il Palermo sarebbe la seconda promozione di fila dalla D alla C, la seconda con una nobile decaduta del calcio dopo quella ottenuta con il Bari nella stagione scorsa. Sono storie simili quelle che sta vivendo l’attaccante in Sicilia dopo l’esperienza in Puglia. Floriano aveva accettato di scendere di categoria dalla Serie B, raggiunta con il Foggia, alla D di Bari per aiutare il suo nuovo club nella risalita verso il calcio professionistico. Poi con il cambio di allenatore da Giovanni Cornacchini a Vincenzo Vivarini è finito ai margini del progetto: a gennaio l’idea di Palermo lo affascinava ma la paura di ripartire dalla D per fermarsi di nuovo in C lo preoccupava altrettanto. Poi gli è bastato avere i primi contatti con il nuovo Palermo per capire che lui è al centro del progetto rosanero non solo adesso, ma anche nella squadra che dovrà provare a centrare la promozione in B.

“La serietà di Mirri, Sagramola e Castagnini – dice l’agente di Floriano Giovanni Bia – ma anche la storia e le ambizioni del Palermo, hanno convinto Roberto a tornare nuovamente in serie D per vincere il campionato prima e legarsi alle ambizioni del club poi. Vincere con il Palermo in qualunque categoria dà a un calciatore molte soddisfazioni in più rispetto a giocare e lottare per obiettivi meno importanti, magari in una categoria superiore”.

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