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Palermo, Almici: «Non vedo l’ora di tornare. Sta a noi migliorare la classifica»

Tra i giocatori più apprezzati prima che si infortunasse, il terzino rosanero si è raccontato durante il “Siamo Aquile” andato in onda su TRM

Arrivato da svincolato durante il calciomercato estivo, Alberto Almici è tra i giocatori più apprezzati dai tifosi del Palermo in questa stagione. Infortunatosi durante la sfida contro la Viterbese, il giocatore scalpita per tornare in campo:

«Sto meglio, sto lavorando tanto ormai da due mesi. Non vedo l’ora di tornare in campo per dare il mio contributo. Sono ad un buon punto, dobbiamo valutare giorno per giorno quindi non so dare una data precisa di rientro. E’ stato un infortunio abbastanza serio con una prognosi di tre mesi, sto provando ad accorciare i tempi e mi manca ritrovare quella serenità mentale per andare a contrasto o atterrare dopo un salto. Sto lavorando bene, voglio tornare al 100% senza avere nuovi stop».

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Sempre in merito all’infortunio che lo vede lontano dai campi da gioco ormai da diverso tempo, il difensore del Palermo Almici ha così parlato:

«L’infortunio è arrivato in un momento felice della squadra, stavo facendo buone prestazioni e stavo dando una mano ai compagni. Quando ti fai male manca soprattutto non avere più le emozioni della partita. Cerco sempre di guardare al lato positivo, ho cercato di lavorare sodo con la consapevolezza di tornare più forte di prima».

Un commento sulla personalità, fondamentale per una piazza come quella rosanero:

«La personalità nel calcio serve, ancora di più in una piazza come Palermo. Non siamo giocatori senza personalità. Qualcuno in questo momento, e metto me in primis, deve cercare di tirar fuori quel qualcosa che non è riuscito ancora ad esprimere. Ci meritiamo questa posizione di classifica perché il responso lo dà il campo, sta a noi migliorare questa classifica. Siamo una squadra molto giovane, un po’ più di esperienza serve ma ognuno di noi deve fare autocritica ed esprimere il meglio di sé».

Per vincere è importante avere continuità:

«Non penso ci siano blocchi a livello mentale, i tifosi sicuramente ci avrebbero dato quella spinta in più per affrontare certi momenti della partita, il classico dodicesimo uomo. Dobbiamo essere più liberi a livello mentale, i più esperti dobbiamo trasmettere questa sicurezza in campo ai più giovani. Certe situazioni dopo parecchi campionati riesci a reggerle più facilmente».

Il girone C di Serie C è sicuramente il più difficile dei tre della serie:

«Non è semplice, anche per me che ho fatto solo serie B, scendere di categoria ma non va presa come scusante. Se siamo in serie C siamo giocatori da serie C, cerco sempre di dare il meglio di me. Quando conquisteremo la B sarò un giocatore di B ma ora non lo sono. La cattiveria, l’agonismo e la lettura delle partite sono caratteristiche principali in questa categoria, dobbiamo cercare tutti di metterci nelle condizioni di capire di essere in una categoria difficile e se non mettiamo il meglio di noi stessi facciamo fatica».

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