L’ex vice di Boscaglia è alla prima esperienza come capo-allenatore e la sua scelta può avere diverse chiavi di lettura
Roberto Boscaglia rappresenta il passato del Palermo. Il presente si chiama Giacomo Filippi, storico vice di Boscaglia e con lui nelle ultime sei stagioni, da Brescia a Novara, fino al biennio vincente con l’Entella ed all’avventura al Palermo.
Filippi, pertanto, è alla prima esperienza da capo-allenatore, considerato che dopo essersi ritirato avendo contribuito alla promozione in B del Trapani nel 2013 con Boscaglia in panchina, per due anni ha lavorato nel settore giovanile granata, prima come coordinatore e, poi, come allenatore dell’Under 17, lasciando il Trapani quando proprio Boscaglia lo chiamò con se al Brescia.
Sono sostanzialmente due le chiavi di lettura della scelta di esonerare l’allenatore gelese e lascire il suo vice: la prima è legata alla possibilità che Filippi sia un “traghettatore”, la seconda, invece, che scegliendo l’allenatore di Partinico si sia deciso di puntare sul gruppo dei calciatori, ritenendo che il problema fosse rappresentato proprio da Boscaglia.
La prima ipotesi è avvalorata dall’imminenza del prossimo impegno, il derby con il Catania, per cui materialmente non c’è il tempo di raggiungere l’accordo con un altro allenatore. A prescindere dal nome del possibile successore. Quindi, la scelta di Filippi permetterebbe di non avere l’assillo di individuare il nome giusto per il finale di stagione “di corsa”. Che, ad ogni modo, potrebbe anche non arrivare mai, come avvenne con l’Udinese oltre un anno addietro, quando i friulani scelsero Luca Gotti come “traghettatore”, confermandolo poi come allenatore.
La seconda ipotesi, invece, prevede alla base una “spaccatura” tra i calciatori e l’allenatore Boscaglia, per cui la società ha fatto la sua scelta: fuori proprio Boscaglia e piena fiducia negli atleti. Per capire quale sia la motivazione che ha spinto all’affidamento della panchina a Filippi, pertanto, non resta che attendere le prossime giornate.