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Palermo, l’ex Pelagotti esce a valanga: “Ho avuto un tumore, dopo il 30 giugno sono spariti tutti”

Il portiere salva solo fisioterapisti, magazzinieri, il preparatore Michele Marotta e l’addetto stampa Andrea Siracusa: “Sono il vero motore, spero che abbiano la riconoscenza che meritano”

“Cari Palermitani,
Dopo lunghi mesi di silenzio, voglio dire GRAZIE per questi tre anni in cui ho vissuto la Città come se fosse casa mia.
Avevo deciso di intraprendere un percorso partendo dalla serie D per arrivare fino alla serie A. Per raggiungere questo obiettivo ho cercato di lavorare sempre con tenacia, passione e dedizione, senza mai mollare un attimo”. Inizia così una lunga lettera aperta pubblicata dall’ex portiere del Palermo Alberto Pelagotti sul suo profilo di Instagram. Il giocatore che ha saltato i playoff per un’operazione al torace spiega cosa gli è successo e quanto è accaduto dopo.

Ho sempre provato a tenere un atteggiamento positivo – continua Pelagotti – soprattutto per il mio attaccamento alla maglia e al mio spogliatoio, profilo bassissimo senza mai dire una parola fuori posto, anche quando sembrava fossi io l’unico responsabile dei risultati che non arrivavano. Per l’amore che provo per questa maglia ho stretto i denti, ho sacrificato la mia salute per non smettere di allenarmi e giocare, fino a quando mesi dopo non è stato più possibile attendere per rimuovere immediatamente il tumore toracico che mi era stato diagnosticato. In ospedale ho pianto e non me ne vergogno. Ma poi ho potuto solo incoraggiare i miei compagni dalla panchina e non ho mai smesso di farlo fino alla serata magica del 12 giugno”.

Pelagotti lancia poi un’accusa pesante a tutto l’ambiente. “Dopo il 30 giugno il silenzio assordante – dice – anche i cosiddetti “amici” erano spariti, nessuna telefonata neanche con i dirigenti di allora. ‘Finalmente Pelagotti si è tolto dai coglioni’. L’indifferenza e la cattiveria si combattono solo con l’amore e con la vera amicizia. L’amore per Federica, Nicole, Liam ed Apple, la mia unica ragione di vita, motivo per il quale oggi non ho ancora una squadra, perché qualsiasi mia scelta professionale dipende dalla serenità della mia famiglia. E la vera amicizia, come quella con Michele ed Andrea, due uomini veri e professionisti esemplari. Loro fanno parte di un ristretto gruppo di lavoratori e persone per bene, come i fisio ed i magazzinieri, che sono il vero motore di una squadra. Spero che la nuova Società possa trattare questi veri professionisti con la riconoscenza che meritano”.

Il portiere punta il dito anche contro le offese ricevute da chi lo ha contestato. “Ringrazio anche – continua Pelagotti – chi mi ha insultato, augurato del male, preso per il culo, beffato, silenziato, rimproverato. Ho due certezze: una è che, a differenza di uomini dall’anima nera, posso camminare a testa alta. La seconda è che porterò per sempre nel cuore Palermo”.

 

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