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Palermo, Zeman: “Dopo l’addio di Baldini non era facile, Brunori lo volevo al Pescara”

Il tecnico boemo in città al cinema Rouge et Noir per la presentazione della sua autobiografia “La Bellezza non ha prezzo” scritta con il giornalista Andrea Di Caro

“L’inizio della stagione del Palermo è stato difficile, la squadra era abituata a Silvio Baldini, ma lui ha lasciato la squadra e i giocatori si sono sentiti abbandonati”. Lo ha detto l’allenatore Zdenek Zeman a proposito dell’avvio del campionato del Palermo a margine della presentazione a Palermo della sua autobiografia “La Bellezza non ha prezzo” scritta con il giornalista Andrea Di Caro.

“Fra le difficoltà del Palermo – ha continuato Zeman – anche il fatto che l’attuale allenatore Eugenio Corini la pensa diversamente da Baldini sul piano tattico. E per lui non era facile inserirsi, anche se la squadra aveva fatto benino all’inizio del campionato. Poi è arrivata la crisi, anche se adesso si stanno tirando fuori da una brutta situazione. Ho seguito il cammino del Palermo, ci ho giocato contro l’anno scorso con il Foggia: abbiamo perso 3-0 qua e vinto 5-1 a Foggia. Mi sono fatto l’idea che anche se non giocava meglio di tutti l’anno scorso era comunque una buona squadra. Aveva il bomber che faceva tanti gol. Pensavo che quest’anno avrebbe fatto meglio del Bari, ma mi sono sbagliato. Il Bari non ha tanto in più del Palermo”.

Zeman ha detto la sua anche sul capocannoniere del campionato di Serie B Matteo Brunori, attaccante del Palermo alla prima convocazione in azzurro e attualmente in ritiro con la Nazionale di Roberto Mancini. “Brunori ha fatto molto bene – ha detto Zeman – non so se quest’anno tira solo i rigori o fa anche gol normali. Ma l’anno scorso ha fatto un grandissimo campionato. Lo volevo seguire a Pescara, ma non si è mai presentato in ritiro, ma in quella occasione non sarà stata colpa sua e fu girato ad un’altra squadra”.

A proposito del Palermo, inoltre, Zeman ha ricordato di avere allenato una volta la prima squadra rosanero. “Ero squalificato con la Primavera – ha ricordato – e serviva un tecnico per la prima squadra rosanero dopo l’esonero di Fernando Veneranda. Io ero squalificato perchè a Lecce avevo detto qualche parolina di troppo, dopo che mi avevano detto che contro di me persino il Lecce avrebbe vinto il campionato del Mondo. Ero libero e il direttore sportivo del Palermo Erminio Favalli andò in panchina, ma io preparai la partita contro il Milan, vincemmo 3-1. Zamparini? Ho parlato tre volte con lui, mi ha chiamato tre volte per allenare il Palermo e per tre volte ci ha ripensato.
Penso che sia stato obbligato a non prendermi”.

 

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