Palermo, Gomis: “La mia storia rosanero è un libro bianco tutto da scrivere”

Il portiere presentato nel ritiro di Livigno ha parlato della sua passione, dei compagni e delle sue ambizioni

“Non so se ci sono carte da giocare per essere titolare. La società sta strutturando la squadra per avere 25 titolari, tutti devono dare il meglio. Bisogna mettersi a disposizione del gruppo e puntare tutto sulla coesione”. Lo ha detto il nuovo portiere del Palermo Alfred Gomis nel giorno della presentazione a stampa e tifosi nel ritiro dei rosanero a Livigno.

Gomis viene da una famiglia di portieri, suo fratello Lys ha giocato a Trapani. “Un papà e quattro fratelli tutti portieri – ha detto Gomis – ci piace fare questo ruolo, è una bella cosa, ma non è che ne parliamo a casa come se fosse una cosa straordinaria. Non serviva parlare con mio fratello per sapere del calore dei tifosi. È risaputo a livello mondiale, ho giocato tanti anni in Italia e lo sapevo già. Sono contento di fare questa esperienza, Palermo in quanto a tifoseria è di categoria superiore e la società lavora per riportare la squadra dove merita”.

Gomis è reduce dal prestito al Lorient, il Palermo lo ha ingaggiato dal Rennes. “Ho fatto una bellissima esperienza in Francia – ha raccontato – sono contento dei risultati che ho ottenuto, ho giocato le coppe europee, sono cresciuto a livello professionale, ma volevo rientrare in Italia. La Serie B è super competitiva, il progetto del Palermo è molto importante, il club fa parte di un gruppo che è leader mondiale. Ci sono state le giuste condizioni per cui questo matrimonio fosse fatto”.

Il portiere del Palermo ha la passione per il libri. “Ne ho portati alcuni ma non sto leggendo in ritiro – ha detto – utilizzo il tempo per integrarmi col gruppo e fare conoscenza con i ragazzi. Ho parlato con un compagno della mia passione e della vita in generale, è statao interessante. Ogni libro è scritto iniziando da una pagina bianca, posso prendere spunti da vari libri per raccontare la mia storia, ma non ce n’è uno solo. Mi viene in mente Shantaram (il romanzo di Gregory David Roberts, ndr) per il tipo di viaggio che ha fatto l’autore che si ritrova in un mondo non suo, in India che non è il suo paese, e poi riesce a farlo suo. Come me che sono arrivato in Italia che non era il mio paese, ma oggi mi sento sia italiano che senegalese”.

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