Cesare Bovo, ex calciatore del Palermo, intervenuto ai microfoni di palermotoday.it ha dichiarato: “Ho smesso di giocare cinque anni fa e dal novembre 2021 abito a Palermo. La città mi piace, sono molto affezionato. La sento come se fosse in parte casa mia. E’ stata una scelta di base per stare con le mie figlie, poi ho avuto la fortuna, grazie a Rinaudo, di entrare nello staff del Palermo. Ma purtroppo quest’anno…”
“Hanno cambiato un po’ tutto e questo fa parte del gioco. E’ stata una scelta della società, mi dispiace perché io sono legato al Palermo, la mia era stata una scelta di vita. Facevo il secondo di Liverani. Però ho deciso di venire a Palermo e mi sono sentito coinvolto al 100%. Oltre all’aspetto familiare, l’ho fatto perché Palermo è una delle mie squadre a cui tengo, gli voglio bene e sono tifoso ed ero contento di essere qua. Sicuramente loro avranno avuto le loro motivazioni e va bene così, guardiamo avanti”.
“Si può dire che negli anni di Palermo ho raggiunto calcisticamente il mio livello migliore. Quando ero in rosanero pensavo di trovarmi in una grande squadra, in una big del campionato. Perché quello era il Palermo. Eravamo una famiglia, tutti ragazzi attaccati alla piazza e alla maglia che sentivamo nostra. Penso che prima i gruppi erano strutturati diversamente. Noi eravamo un nucleo di ragazzi dai 25 ai 30 anni che arrivava sempre puntuale, che si allenava sempre bene ed era mentalizzato. Poi arrivava magari il giovane forte, come poteva essere Pastore, e veniva immerso in un gruppo che lo trascinava. Quindi il giocatore talentuoso in quel contesto veniva esaltato. Lo zoccolo duro è fondamentale e qua si era creata una squadra importante con meccanismi perfetti.”
“Non ho visto neanche una partita – interviene subito in tackle – tanto conosco abbastanza le dinamiche. Ci tengo al Palermo, spero un giorno di allenarlo. Però prima devo iniziare. Poi, chissà. Magari…”.