Palloni lanciati in campo per fermare i rosanero, un rigore dato e poi tolto con il Var che doveva ancora essere inventato e diversi gradi di giudizio della giustizia sportiva. E i ciociari in A
Finale di ritorno dei playoff di Serie B Frosinone-Palermo, si gioca il 16 giugno del 2018. Si riparte dal 2-1 in favore dei rosanero della partita d’andata. Nessuno può immaginare che dal calcio d’inizio in poi sarebbe successo di tutto. Sul campo, senza mai avere avuto la certezza del triplice fischio finale per l’invasione di campo dei tifosi del Frosinone, finisce 2-0 per i padroni di casa. Con un calcio di rigore assegnato al Palermo e poi revocato nononstante il Var sia ancora uno strumento da inventare e palloni lanciati in campo dai tifosi, dai raccattapalle e dai giocatori della panchina del Frosinone per fermare le azioni offensive dei rosanero, ai quali basta un gol per essere promossi.
Quella sera le squadre andarono negli spogliatoi per l’invasione di campo, l’arbitro La Penna mise a referto di avere fischiato regolarmente la fine senza che i tanti microfoni a bordo campo registrarono il triplice fischio, ma la partità andò avanti lo stesso per diversi mesi nelle aule di giustizia sportiva. E durò fino a quando, nonostante le due giornate di squalifica del campo dello Stirpe, le sanzioni pecuniarie, ricorsi e controricorsi, il Collegio di garanzia presso il Coni stabilì che le sanzioni irrorate al Frosinone furono troppo lievi rispetto ai fatti e all’importanza della partita. Ma disse anche che ormai il risultato era cristallizzato e tutto sarebbe rimasto così com’era: con il Palermo che da lì a poco sarebbe fallito e il Frosinone in serie A giusto il tempo di retrocedere.