Giorni di incontri, videocall, telefonate e valutazioni. La proprietà lavora per trovare un allenatore per i rosanero che sono da oltre una settimana senza tecnico
La prospettiva è quella di una lunga programmazione e per questo motivo nessuno dentro il City Football Group sembra avere fretta di chiudere la ricerca del nuovo allenatore del Palermo. Per chi guarda alla partita di sabato in Coppa Italia e all’esordio in campionato sabato 13 agosto contro il Perugia, invece, il tempo è già scaduto. La squadra lavora agli ordini dell’allenatore della Primavera Stefano Di Benedetto da giovedì scorso, dopo lo choc delle dimissioni di tecnico e ds di mercoledì 27 luglio, e sabato scenderà per la seconda volta in campo, in Coppa Italia sul campo del Torino, senza avere certezze su chi la guiderà per il resto della stagione. Le cronache raccontano incontri, colloqui, videoconferenze e valutazioni su diverse figure, ma di annunci ufficiali all’orizzonte non se ne vedono.
I nomi che circolano per la panchina rosanero sono tanti: da Eugenio Corini a Daniele De Rossi, da Luca D’Angelo a Paolo Vanoli, da Aurelio Andreazzoli a Claudio Ranieri fino a Leonardo Semplici e Roberto D’aversa solo per citare i più ricorrenti. Anche se come riportato stamani da Calciorosanero.it ormai per la panchina la corsa sembra essersi ridotta a tre concorrenti. Facile ironizzare sull’algoritmo che decide tutto, ma in realtà al di là delle prove matematiche fornite dalle statistiche sarà lungo l’asse che corre fra Luciano Zavagno da Palermo e arriva a Brian Marwood a Manchester che si deciderà il nome del nuovo allenatore. In questi giorni si è stabilito il profilo che dovrà avere il tecnico: esperto delle cose di campo e con capacità da leader (e questo non taglia certo fuori De Rossi), conoscitore del campionato di B, aziendalista e capace di lavorare su programmi a lunga scadenza. Ognuno dei candidati ha le capacità che servono, ma come è ovvio che sia c’è chi è più forte per determinate caratteristiche e meno per altre. L’allenatore che arriverà sarà lo stesso per almeno i prossimi tre anni, per questo è vietato sbagliare.
Tutti i candidati alla panchina del Palermo si sono sottoposti a una sorta di colloquio attitudinale e hanno parlato di sè. Per ognuno di loro il campo ha raccontato peculiarità, pregi e difetti. Il giro di ricognizione è terminato. A tutti è stato detto il classico “Le faremo sapere”. Il momento della scelta si avvicina.