Una serata da ricordare per l’esterno rosanero, a segno venerdì sera a Bari, davanti a 35 mila spettatori, alla sua seconda presenza in B, dopo tanta gavetta e tanta Serie C
Chissà come avrà festeggiato Nicola Valente, oggi al rientro da Bari. Già perché se dopo una vita di giocare in campi polverosi e di provincia, ti chiama il Palermo in C e dopo due anni – sempre col Palermo – vinci il campionato, arrivi in B, giochi bene e pure segni in uno stadio come quello il San Nicola, devi per forza festeggiare.
Ieri, nel post partita, Valente era comprensibilmente raggiante. Nel 2015 fu costretto a comprare il suo cartellino per svincolarsi dal Legnago. Da allora aveva militato solo in C: prima a Pordenone, poi col Siracusa e la Sambenedettese, fino a quando non ha incrociato Baldini a Carrara. L’ex allenatore del Palermo lo ha trasformato. Valente con lui ha cominciato a credere in sé stesso.
Due anni fa è arrivata la chiamata del Palermo: abbastanza bene il primo anno, nonostante le tante difficoltà. L’anno scorso stesso andazzo ondivago, salvo poi diventare uno dei protagonisti assoluti della cavalcata che ha riportato i rosanero in B con l’avvento di Baldini. Ai primi di luglio, dopo il passaggio di proprietà, la nuova dirigenza (forse più per accontentare Baldini) gli ha proposto il rinnovo: un solo anno. Valente aveva una pletora di squadre in C che gli avrebbero fatto ponti d’oro, ma ha lui ha deciso di scommettere di nuovo su sé stesso: ed è stato premiato.
Corini gli ha dato fiducia dall’inizio all’esordio e lui ha ricambiato con una prestazione maiuscola. Confermato a Bari ha segnato il suo primo gol in B, alla soglia dei 31 anni. Un gol di precisione, che un guardalinee non in serata gli aveva ingiustamente annullato. Il Var gli ha restituito il maltolto. La favola può continuare.