“C’è una porzione di campo dello stadio Renzo Barbera da dove, chiunque calci, riesce praticamente a far gol. E non ha importanza se lo fa con il suo piede naturale o con quello debole, in posizione precaria, libero da marcature o pressato (poco, per la verità) dai rosanero. Il risultato è sempre quello: palla all’angolino”.
Inizia così l’articolo a firma di Massimiliano Radicini in cui il Giornale di Sicilia analizza le tre reti a giro subite più dalla stessa zona di campo nelle ultime tre partite in casa disputate dal Palermo contro Cosenza, Sudtirol e Spezia ad opera rispettivamente di Canotto, Ciervo e Reca.
“Tre reti incassate da un incolpevole Pigliacelli – si legge – che ha visto scoccare delle traiettorie perfette e imparabili su cui nulla ha potuto l’estremo difensore rosanero. Una volta si può parlare del caso, del fato, della sfortuna, due volte anche, ma alla terza iniziano a sorgere dei dubbi, degli interrogativi. Tra l’altro, in carriera, nessuno dei tre giocatori che hanno realizzato queste perle si erano prodotti in capolavori analoghi in passato”.
“Al netto del gesto tecnico dei tre calciatori e del fatto che si poteva fare qualcosa in più in fase difensiva, sembra ci sia una sorta di maledizione. Prima si usava il sale per scacciare via il malocchio (indelebili i ricordi del Palermo di Zamparini, quando il suo ex autista Mario Persico si prodigava in questo compito a pochi minuti dall’inizio delle partite), adesso bisognerebbe trovare un’altra soluzione. Anche perché tre indizi fanno una prova”.