Il messaggio di Mirko Pigliacelli è inequivocabile: prima di tutto viene la squadra, l’obiettivo, il sogno. Poi tutto il resto. Non per nulla, nell’intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport, ammette candidamente di infischiarsene delle statistiche e dei clean-sheet. A lui interessa vincere col Palermo, andare in A, anche se la letterina magica non la nomina mai, un po’ per non illudersi forse e un po’ per non illudere. Ma la classifica è lì a testimoniare che nonostante l’altalena di risultati, il Palermo è in corsa.
“Siamo pronti e concentrati – ha detto Pigliacelli -. Da qualche giorno ormai stiamo lavorando al massimo per riprendere nel migliore dei modi. Questa Serie B è di altissimo profilo. Tutti vanno affrontati col piglio giusto, a prescindere dal posto che occupano. Quindi per adesso testa al Cittadella, una squadra sbarazzina. Che sa il fatto suo. La vittoria conquistata a Palermo, per loro, ha rappresentato un grande risultato, ottenuto in un momento in cui navigavano in brutte acque. Da lì si sono ripresi e hanno chiuso l’anno benissimo. Ma ora comincia il girone di ritorno e sarà un’altra storia per tutti”.
Anche in virtù del mercato che sposta gli equilibri. Non quanto il Barbera: “Il nostro è uno stadio incredibile, l’atmosfera che si respira al Barbera non esiste altrove. I tifosi ci sostengono in maniera incondizionata 90 minuti su 90. Ci sta un po’ di malumore se i risultati non arrivano e magari quando i risultati non arrivano, non vengono neppure le giocate. Abbiamo avuto qualche problema, è vero, ma siamo stati bravi ad andare oltre. Il Barbera deve essere un valore aggiunto per noi: personalmente a me dà carica. Capisco che non è per tutti la stessa cosa, ma ci si può abituare alle pressioni. Col tempo si allena anche questa attitudine”.