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Palermo, Pelagotti coi pugni: “Il Savoia se le sogna dieci vittorie di fila”

Il portiere rosanero è tornato sulla sconfitta di domenica contro i campani. “Se avessimo giocato come facciamo di solito avremmo vinto, dobbiamo fare tesoro della battuta d’arresto”

“Abbiamo giocato un po’ meno concentrati rispetto al solito e di conseguenza abbiamo concesso qualcosa in più, da aggiungere che c’è stato anche l’episodio dell’espulsione di Ficarrotta che ci ha penalizzati ulteriormente. Per me è una sconfitta che ci fa riflettere e deve essere presa come qualcosa di positivo, non annulla però le nostre certezze”. Lo ha detto il portiere del Palermo Alberto Pelagotti nel corso della trasmissione di TRM SiamoAquile a proposito della sconfitta subita contro il Savoia.

Sono stati bravi a metterla sulla fisicità – continua Pelagotti – ma se noi avessimo fatto il Palermo avremmo vinto. Il Savoia comunque è una squadra che si avvicina di più alla Serie C. Ho mandato un messaggio ai miei compagni dopo la partita dicendo che il Savoiasi sogna dieci vittorie di fila. Siamo tutti importanti e quindi nessuno ha un valore in più, loro l’hanno preparata bene e direi che ci può stare una sconfitta. Cerco di dare un contributo a tutti per essere più uniti possibili perché solo così si vince un campionato. I ragazzi palermitani sono legati alla città in modo pazzesco, uno di questi è Corsino che purtroppo si è fatto male“.

Pelagotti ha toccato diversi argomenti, dal rapporto con il suo allenatore fino ad aspetti più personali. Pergolizzi è il direttore della squadra – dice – e quindi influisce sul gruppo. Ha dato tanto e lo si vede dal fatto che non lascia il campo neanche un secondo nonostante le stampelle. Un allenatore spesso conta di base su 12/13 giocatori a meno che non hai una rosa ampia come quella della Juventus, il mister ha una sua tipologia di lavoro e i risultati non gli danno che ragione. Serie D? È un campionato difficile dove non basta solo saper giocare, devi avere qualcosa in più anche dal punto di vista mentale. In trasferta abbiamo trovato dei campi che sono deleteri, abbiamo avuto dei problemi proprio sotto il profilo del gioco. Felici? Deve imparare a trattare gli allenamenti come se fossero partite, se lo farà potrà diventare un calciatore importante. Per me i guanti rappresentano lo strumento di lavoro, quando li indosso mi sento un supereroe e penso sempre di poter essere imbattibile. Non sono scaramantico per nulla. Ho scelto di fare il portiere perché ho seguito le orme di mio padre, in allenamento quelli che soffro di più sono Kraja, Ambro e Santana. Sono appassionato di basket, spesso mi sveglio anche la notte per guardare le partite. Amo molto questo sport e sono andato anche a vedere le finali NBA nel 2014 insieme al mio amico Angella che adesso gioca a Perugia. Calcio femminile? È visibile da troppo poco, ma sono sicuro che tra dieci anni potrebbe essere alla pari del calcio maschile. Il mio sogno? Vorrei ritornare in A con il Palermo, questo è il mio unico obiettivo calcistico“.

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