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Al Barbera interventi non rinviabili da 3 milioni di euro: tanti sorrisi fra Palermo e Comune, ma chi paga?

Una convenzione in scadenza nel 2026, il diritto di superficie del quale non si parla più e la società disposta ad anticipare le somme. Tanti nodi che prima o poi verranno al pettine

Martedì il vertice a porte chiuse in uno degli skybox dello stadio Barbera, poco dopo le 13, fra il ministro allo sport Andrea Abodi, il sindaco di Palermo Roberto Lagalla, il presidente del Palermo Dario Mirri e l’amministratore delegato del club Giovanni Gardini è durato mezzora. L’unico che ha parlato al termine della riunione alla quale hanno partecipato anche l’advisor del Palermo Michele Centenaro, il direttore operativo della società di viale del Fante Francesco Barresi, il senatore Raoul Russo, l’assessora allo sport regionale Elvira Amata, la vicesindaca Carolina Varchi e l’assessora allo sport del comune Sabrina Figuccia è stato Lagalla.

“C’è la conferma degli intenti di collaborazione fra le parti per la riqualificazione dello stadio Barbera” ha detto il sindaco camminando verso le scale che dal primo piano dello stadio portano al piano terra. Più tardi, in una nota diffusa dall’ufficio stampa del comune, si poteva leggere: “Tra gli argomenti trattati – le parole testuali del sindaco – c’è anche la riqualificazione dello stadio ‘Renzo Barbera’: fa piacere accogliere l’impegno del ministro e del governo nazionale riguardo al suo inserimento nei finanziamenti per le opere di ristrutturazione che interesseranno alcuni impianti del Paese in caso di vittoria della candidatura dell’Italia per i prossimi Europei del 2032”.

Il Palermo, che nello stadio ci gioca e ci vuole continuare a giocare anche nelle stagioni a seguire, ha affidato a un’altra nota il suo commento. “Siamo orgogliosi di dare al Barbera il benvenuto al ministro Abodi – ha dichiarato il presidente Dario Mirri – Come club siamo sempre pronti a collaborare con il governo, il comune e tutte le parti interessate, per rendere lo stadio più confortevole e all’avanguardia, a beneficio dei tifosi e della città”.

Ma dietro lo scambio strette di mano e sorrisi ci sono dei nodi che rischiano di venire al pettine quanto prima. A cominciare già dal post concerto di Vasco Rossi, quando il Palermo inizierà a sue spese a rimettere in sesto l’impianto in vista della prossima stagione agonistica. La questione non è legata al concerto visto che tutti gli interventi, rifacimento del manto erboso compreso, sono previsti dall’accordo fra organizzatori e club, ma ai lavori non più procrastinabili che si devono fare al Barbera in vista della prossima stagione: dal rifacimento dei tornelli con l’impianto di riconoscimento facciale fino ai bagni passando per i sediolini della gradinata che non sono più a norma. Il tutto per un capitolato di spesa di circa 3 milioni di euro.

Martedì il ministro allo sport Abodi ha chiesto a Lagalla e Mirri, prima del vertice a porte chiuse, a quanto ammontassero gli interventi più urgenti che dovranno interessare il Barbera. “Parliamo di circa 3 milioni di euro – ha risposto Mirri – che noi siamo disposti ad anticipare al posto del comune, vero Giovanni (Gardini, ndr)?”. L’amministratore delegato ha annuito, il sindaco ha guardato altrove e la questione in quel momento è caduta lì.

Il Palermo è disposto ad anticipare non solo queste somme, ma a farsi carico anche della ristrutturazione totale del Barbera, a patto che gli venga riconosciuto il diritto di superficie dell’impianto come avvenuto per l’Atalanta e l’Udinese giusto per fare due esempi di stadi ristrutturati dai club. Significa avere la “quasi” proprietà per 90 0 99 anni di un impianto che genererebbe profitti solo ed esclusivamente al club.

Ma da questo orecchio l’amministrazione comunale non sembra sentirci. Basta rileggere testualmente la risposta che martedì mattina aveva dato il sindaco Lagalla a proposito del diritto di superficie da riconoscere al Palermo. Alla domanda “Esiste un tavolo fra comune, regione e Palermo per la cessione del diritto di superficie al club?” il sindaco ha risposto: “Certamente c’è – ha detto testualmente – ed è un altro dei temi che stiamo affrontando e ulteriormente affronteremo; anche con il ministro che ci ha rassicurato sul fatto che Palermo è a tutti gli effetti all’interno di quel circolo di destinazione delle risorse previste per UEFA 2032 per la quale ancora non si sa quanti saranno i paesi ospitanti, se noi saremo paese ospitante e quante saranno le squadre in gioco. Quindi, diciamo, come sempre noi ci fasciamo la testa prima di essercela rotta, è una nostra straordinaria caratteristica. Però, detto questo, mi rassicurano le parole del ministro Abodi e l’impegno del governo Nazionale che sono certo il ministro confermerà, ma al tempo stesso devo dire siamo impegnati in un’azione che non è più rinviabile, cioè quella di riqualificazione dello stadio”.

La convenzione fra il comune e il Palermo per la concessione dello stadio scadrà nel 2026. Per altri tre anni il club deve pagare all’amministrazione comunale un canone di 172.335 euro fino al 2025 e una rata finale di 143.612,20 euro per il 2026. Cifre che possono essere compensate da interventi che dovrebbero essere a carico del comune, ma che il Palermo ha anticipato in passato ed e intenzionato ad anticipare. La domanda è: se il Palermo deve al comune complessivamente fino al 2026, compreso il 2023, una somma di 660.617,20 euro al netto delle compensazioni, riusciranno le parti a trovare un accordo per consentire al Palermo di anticipere al comune la somma di 3 milioni di euro per “un’azione che non è più rinviabile, cioè quella di riqualificazione dello stadio”?

 

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