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Palermo, benvenuti a Mirrilandia: “Vorrei rifare il Barbera, spero…”

Il presidente della società rosanero ha raccontato i suoi progetti, la sua ambizione e la sua voglia di vincere il campionato nel corso di una lunga intervista al Giornale di Sicilia

Parola di Dario Mirri. Il presidente del Palermo ha rilasciato una lunga intervista al Giornale di Sicilia sulle sue aspirazioni da patron, sui suoi progetti rosanero e su come vede il futuro del club rinato dalle polveri della vecchia gestione. E sui giocatori ha parlato del senso di appartenenza di Ficarrotta e Crivello che hanno rinunciato a qualcosa pur di giocare nel Palermo. Il primo a parte dello stipendio e il secondo a giocare fra i professionisti. Ecco alcuni passi dell’intervista.

Rinaldo Sagramola

“È stato lui a convincermi, con tenacia e competenza – dice MirriSe non avessi avuto al fianco una persona di cui fidarmi ciecamente non sarei qui. Lui voleva tornare a Palermo, vuole vivere qui, conosce le potenzialità di questa città e alla fine l’ha spuntata. È vero e ci abbiamo già lasciato i primi due milioni e ottocentomila euro. Però questa cosa volevo farla, mi sembrava doveroso anche per la città provare a creare qualcosa di diverso nel calcio. Qualcosa che potesse rivalutare la città di Palermo, penso che lo sport possa servire anche a questo, come un messaggio culturale. Non si capisce perché il Palermo sia fallito? Vero, neppure io che ho seguito la vicenda da vicino ho capito cosa sia accaduto alla fine. A chi sia servito questo fallimento. Penso che sapremo la verità solo grazie alle carte giudiziarie quando cominceranno i processi”.

Tony Di Piazza

“Ha il quaranta per cento di Hera Hora, la finanziaria che possiede il Palermo con un capitale di 15 milioni. Mi ha cercato, gli ho spiegato che cercavo un socio minoritario e che le decisioni le avrei prese sempre io. Lui ha accettato le mie condizioni e ha versato sei milioni. Finora è andata benissimo. Gianluca Paparesta è semplicemente la persona di fiducia di Di Piazza. Lui vive a New York, ha indicato Paparesta come suo rappresentante”.

Enrico Preziosi

“Prendere il Palermo con 47 milioni di debiti? Da solo non l’avrei fatto. E penso nessun imprenditore serio. C’era però Preziosi che diceva di potere vendere il Genoa. Se l’avesse venduto, io sarei entrato con una quota di minoranza. Anche una buona parte dei due milioni e ottocentomila euro versati a febbraio per evitare la penalità l’avrebbe dovuta versare Preziosi. Non lo ha fatto, ma cercherò di recuperarli in ogni modo. Se Preziosi era stato contattato da Foschi? Sì, però poi venne a cercare me tramite un comune conoscente”. 

Serie D

“Dobbiamo assolutamente vincere il campionato. Non abbiamo alternative, non possiamo fare due anni di Serie D. Spero di poter portare presto la squadra in B. Poi se non avrò la possibilità per programmare la promozione in A proverò a cederla a chi ne avrà i mezzi. Il Palermo deve stare stabilmente in Serie A. Potrei anche guadagnarci; noi ci mettiamo il cuore nelle cose ma siamo imprenditori». 

Il “Barbera” e la casa del Palermo

“Per lo stadio dobbiamo capire cosa fare. È splendido ma deve essere rifatto e costa tantissimo tenerlo aperto. Penso che Palermo non abbia bisogno di un nuovo impianto. Vorrei una soluzione come quella di Udine o Frosinone, abbiamo già la documentazione. Voglio rifare il “Barbera”, con 10 milioni verrebbe tutto nuovo. Il centro sportivo va fatto con almeno quattro campi. Abbiamo individuato un’area vicina al velodromo, vedremo”.

Appartenenza

“L’azionariato popolare non sta andando bene. Si chiude il 30 ottobre. So che si è raccolto poco e rischiamo una brutta figura. I tifosi preferiscono spendere nell’abbonamento che dà un beneficio immediato piuttosto che fare parte di un progetto più lungo”.

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